Usura a Napoli, muro di omertà: nel 2023 solo 21 denunce ma affari d’oro per i clan

I dati emersi ieri nel vertice in prefettura

Il summit in Prefettura
Il summit in Prefettura
di Giuseppe Crimaldi
Giovedì 1 Febbraio 2024, 23:56 - Ultimo agg. 3 Febbraio, 07:11
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Crollano verticalmente le denunce per usura, tengono (ma non aumentano in maniera sensibile) quelle per estorsione. Verrebbe da chiedersi in quale mondo viviamo leggendo in controluce i dati emersi ieri in prefettura in occasione della firma al protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto a due che sono tra i più subdoli e striscianti reati che continuano a mietere vittime: il racket e l’usura.

È lo stesso prefetto di Napoli, Michele di Bari, a lanciare l’allarme: «Nella provincia di Napoli, nel 2022, abbiamo registrato 791 denunce per estorsione, e nel 2023 sono state 814, con un incremento del 3% circa. Per l’usura, invece, nel 2022 appena 30 denunce e nel 2023 ne sono 21, pari al meno 30%. Nel Comune di Napoli, in particolare, per usura nel 2022 ci sono state 12 denunce e nel 2023 dieci». 

Quale mondo descrivono queste cifre? Quale realtà, se è vero che la camorra continua a fare del “pizzo” una delle sue principali fonti di guadagno, e che da sempre - ma soprattutto dopo che la crisi economica e le contingenze che hanno determinato un’impennata dei prezzi - gli strozzini continuano a fregarsi le mani per la fila di “clienti” che hanno fuori la porta, quale realtà deformata raccontano questi dati? Di qui la necessità dell’iniziativa svoltasi ieri, con la firma - a Palazzo di Governo - dell’accordo tra il prefetto e il direttore regionale Intesa Sanpaolo e presidente ABI per la Campania, Giuseppe Nargi, alla presenza del Commissario straordinario del governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, prefetto Maria Grazia Nicolò

Ma di che cosa si tratta? Le parti hanno sottoscritto un “accordo quadro” per la prevenzione e il contrasto del fenomeno dell’usura. Ecco le novità: nasce, presso la Prefettura, un Osservatorio sul fenomeno che - tra l’altro - curerà la promozione di iniziative d’informazione sull’utilizzo dei fondi di prevenzione, la diffusione di un’informazione corretta finalizzata all’inclusione sociale e finanziaria delle fasce vulnerabili della popolazione, in particolare micro-imprese e famiglie in momentanea difficoltà, e lo studio e la proposta di misure di contrasto ai reati di usura e racket. 

«L’attività volta a contrastare tali odiosi fenomeni - sottolinea la Prefettura -costituisce una priorità assoluta, da perseguire mediante ogni utile incremento degli strumenti di sostegno agli operatori economici e alle altre vittime di usura e racket. L’azione di prevenzione, infatti, può essere risolutiva per bloccare la diffusione di tali fenomeni criminali, grave minaccia alla libertà degli operatori economici, agli equilibri di mercato e al rispetto delle normali regole sulla concorrenza».

«Credo che questi numeri - ha affermato il prefetto di Bari, riferendosi al numero esiguo e risibile di denunce presentate per usura a Napoli e in Campani - siano indicativi di un’azione che va celermente posta in essere, proprio per favorire una attività, che va accompagnata». I nuovi strumenti posti a disposizione di vittime di racket e usura, sottolinea sempre il prefetto, potrebbero essere quelli del “facilitatore”, un tutor che deve seguire le vittime nel percorso della denuncia e non solo; o anche una attività meno burocratica rispetto al passato in cui vi è una semplificazione dei procedimenti amministrativi, un accompagnamento sotto il profilo della sicurezza per chi denuncia.

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Fondamentale resta anche il ruolo dell’associazionismo (ieri in prefettura erano presenti la Federazione nazionale antiusura e antiracket e Sos Impresa Rete per la legalità): «È evidente - ha aggiunto il prefetto - che anche le associazioni di categoria devono e possono aiutarci in un percorso in cui l’accompagnamento alle varie fasi di questa proficua attività debba trovare ristoro e contezza anche nelle persone che spesso, quando devono fare una denuncia, possono avere motivi di titubanza su cui noi non possiamo indugiare più di tanto»

Per il direttore regionale di Intesa Sanpaolo, Nargi, «dovremmo spenderci un po’ tutti e meglio sui temi dell'educazione finanziaria ad esempio nelle scuole, cominciando ad abituare i nostri giovani a un percorso consapevole dell’utilizzo del denaro. Troppo spesso vediamo che il livello di cultura finanziaria delle famiglie, e qualche volta delle imprese, non ci consente di andare a cogliere i segnali che possono provocare una deriva imposta da fatti violenti e di sopraffazione».

Al tavolo, ieri, erano presenti anche anche l'assessore regionale alla Sicurezza Mario Morcone, suor Marisa Pitrella direttrice Caritas diocesana, Santi Giuffré commissario regionale per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. Ed è proprio l’ex questore di Napoli, il prefetto Giuffré, che ha consolidato una lunga esperienza in materia, che spiega al mattino un altro dato che la dice lunga: sul già basso numero di denunce ricevute, almeno l’80% riguarda gli istituti bancari e le finanziarie: «Denunce - conclude - che ovviamente vengono archiviate per mancanza dei presupposti giuridici».