«È difficile festeggiare senza il festeggiato. Ma questo è un giorno luminoso e richiede la leggerezza che ha spalancato a Massimo le porte di una prestigiosa dimora. Ci ha preso per mano amorevolmente e dolcemente accompagnandoci nell'inimmaginabile».
Rosaria Troisi, sorella dell’indimenticabile Massimo Troisi, dopo aver stretto tra le mani la preziosa pergamena fatica a mantenere la commozione mentre i suoi occhi lucidi sono puntati dritti verso il cielo a cui lancia un ultimo bacio: «Grazie Massimo. Grazie di tutto», dice Rosaria prima di essere travolta da un tripudio di applausi che non risparmia neanche un angolo del Complesso dei Santi Marcellino e Festo. Qui, nella sede federiciana, si è svolta stamane la toccante cerimonia di consegna della Laurea magistrale honoris causa in “Discipline della Musica e dello Spettacolo. Storia e Teoria” conferita dal rettore dell’Università Federico II di Napoli, Matteo Lorito, all’immenso ed indimenticabile Massimo Troisi.
«Massimo - ricorda la sorella Rosaria - ha avuto un percorso scolastico a dir poco complicato, mio padre ora forse si sta facendo le croci perché mai e poi mai avrebbe pensato ad un traguardo simile».
«Era un grande innovatore – chiarisce il rettore, Matteo Lorito – sarebbe stato capace di insegnare nel nostro corso di drammaturgia affascinando sia studenti che docenti. È stata una grande icona ed oggi la Federico II gli riconosce così la sua grandezza».
«Come tutti i grandi maestri Massimo ha insegnato senza voler insegnare – osserva il compagno de “La Smorfia”, nonché tra i promotori della laurea post mortem per Troisi, Enzo Decaro – sono davvero molto contento che anche un’istituzione così importante, come la Federico II, abbia percepito il valore di riconoscere a Massimo un titolo come uomo di pensiero perché oggi qui salutiamo e laureiamo un maestro del pensiero». Un pensiero, quello del comico e regista vesuviano, che a distanza di anni viaggia di generazione in generazione: «L’attualità di Troisi – rammenta il primo cittadino di Napoli, Gaetano Manfredi - dopo quasi trenta anni dalla sua scomparsa resta assolutamente viva anche nell'immaginario dei giovani che non lo hanno mai conosciuto: questo testimonia quanto fosse un grande artista e quanto il suo messaggio fosse universale e fondamentale. Importante da rafforzare e da studiare».
Alla cerimonia hanno infatti partecipato numerosi giovanissimi studenti, molti dei quali neanche erano nati quando Massimo è scomparso ed ora, grazie al tesoro da lui lasciato, attraverso video, interviste, film e sketch, inseguono i propri sogni artistici guardando a Troisi come un esempio. Insieme ai ragazzi c’erano anche tanti amici, colleghi ed istituzioni. A partire dai sindaci dei comuni di San Giorgio a Cremano (la città natale di Troisi), Portici e San Sebastiano al Vesuvio. A tenere la Laudatio Academica dell’Artista è stata, invece, la coordinatrice del corso di laurea in Discipline della Musica e dello Spettacolo. Storia e Teoria, Anna Masecchia.
Mentre un’altra, particolarissima, Lectio magistralis è stata effettuata da chi con Massimo ha condiviso tanti momenti, sia di vita che di lavoro, a partire da Enzo Decaro che ha annunciato la laurea come un vero e proprio Oscar, con tanto di momento suspense per scoprire il nome del “vincitore”: «Siccome la statuetta non l’ha presa solo per poco – spiega Decaro ai presenti - credo che questa laurea gliela offriamo tutti noi come il massimo riconoscimento possibile». Successivamente è stata la volta di un altro momento toccante, ovvero il discorso per Troisi effettuato dall’ex fidanzata e collega, Anna Pavignano, che per l’occasione ha indossato una camicia appartenente proprio a Massimo. Infine, prima dell’attesa proclamazione, la cerimonia si è conclusa con le video testimonianze di Renzo Arbore, Giuliana De Sio, Vincenzo Mollica e Carlo Verdone.
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