Museo di Capodimonte, via ai lavori: «Due anni per il restyling»

Al centro del progetto c'è l'efficientamento che garantirà una produzione di energia attraverso l'utilizzo di fonti rinnovabili

L'inaugurazione della mostra Gli spagnoli a Napoli al museo di Capodimonte
L'inaugurazione della mostra Gli spagnoli a Napoli al museo di Capodimonte
di Giovanni Chianelli
Domenica 24 Settembre 2023, 07:15 - Ultimo agg. 25 Settembre, 07:10
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Tra due anni nascerà Grande Capodimonte. È il termine con cui viene già chiamato il risultato dei lavori volti alla transizione ecologica del museo e del parco collinare; iniziano nelle prossime settimane e terminano a dicembre del 2025 per un costo di quasi 46 milioni di euro, 22 dei quali provengono da fondi pubblici, il resto da sponsorizzazioni di privati. Lo ha annunciato ieri in una lunga conferenza Sylvain Bellenger, direttore del parco, illustrando il programma di riqualificazione alla presenza del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, del deputato Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera, e del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che ha annunciato novità sui collegamenti tra il centro della città e il museo; in video c'era Monica Iacono, ceo di Engie, partner del progetto. Per Bellenger è stata anche l'occasione di un primo discorso di commiato dal sito dato che sta per scadere il suo mandato; un bilancio commosso e molto applaudito. Sangiuliano, concludendo l'intervento, ha detto che «continueremo fino a che sarò ministro ad avvalerci di qualche forma della collaborazione di Bellenger» che, dal canto suo, ha aggiunto: «Sarà una cosa che dovremo discutere insieme, c'è tanto da fare, in Campania in particolare». 

Al centro del progetto c'è l'efficientamento che garantirà una produzione di energia attraverso l'utilizzo di fonti rinnovabili, misure che consentiranno al museo di autoprodurre circa il 90% del fabbisogno: sarà così il primo grande sito culturale europeo ad essere praticamente autosufficiente.

I principali interventi riguarderanno l'installazione di un impianto fotovoltaico di 4500 moduli sulle coperture della reggia; poi la conversione dei sistemi di climatizzazione nelle aree espositive per tutelare pubblico e opere. Agli attuali 8mila metri quadri climatizzati si aggiungeranno ulteriori 6.500, per un totale di 14.500, con un ampliamento complessivo di oltre il 77%; un sistema di monitoraggio termo-igrometrico ambientale permetterà, attraverso sensori distribuiti nelle aree del museo, di registrare misurazioni e variazioni di temperatura, umidità e qualità dell'aria, per risparmiare e preservare lo stato del patrimonio artistico. Altra voce importante è il disegno luci: il progetto di lighting prevede l'installazione di 7mila nuovi punti luce e la sostituzione di 3.300 lampade con tecnologia a led, con telecontrollo delle sorgenti luminose per la gestione delle emissioni. Poi si lavorerà all'accoglienza e all'accessibilità, con uno spazio multifunzionale negli ambienti dell'ex Cappella Reale, mentre la sala Causa sarà oggetto di ristrutturazione che abbatterà le barriere architettoniche. 

La rivoluzione di Grande Capodimonte coinvolgerà anche altri terreni. Quello dell'arte, dato che si aggiungeranno alla collezione due opere site specific, una firmata da Mimmo Paladino con una installazione che verrà collocata al piano terra della reggia, l'altra dalla tedesca Christiane Löhr che interesserà la terrazza con l'altana di Ezio De Felice. E il campo dei trasporti, come ha spiegato Gaetano Manfredi: «Vogliamo migliorare il collegamento tra Capodimonte e la città, lo faremo in tre fasi. Una immediata, la creazione di una navetta dei musei, sul modello alibus; poi risolveremo il tema del parcheggio usando l'ex deposito degli autobus, il Garittone, sarà pronto tra 2 anni. Infine sono stati condotti studi di fattibilità per la connessione su ferro al parco. Si pensa alla metropolitana, ma ci vorrà più tempo». C'è poi il nodo della chiusura del sito per il periodo della riqualificazione: si andrà per sei fasi di sei mesi, ma diverse zone del museo resteranno aperte sempre. «Siamo nella storia, le foto scattate oggi saranno utilizzate dagli storici» ha detto Bellenger. Sangiuliano si è prima soffermato sulla distribuzione dei sostegni economici: «Un plauso alla collaborazione feconda tra pubblico e privato». Poi ha ricordato che i finanziamenti non si fermano a quelli stanziati per i lavori: «Il ministero investirà altri 18 milioni di euro per il restauro della Casina dei principi, altri 25 arriveranno all'area verde dalla misura del Pnrr sui parchi».

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Nel pomeriggio, ad Avellino, Sangiuliano ha invece sottolineato che si sta procedendo per l'acquisizione di Villa Verde, che fu la residenza di Benedetto Croce, e ha annunciato che sarà «spesso a Salerno», dove sono in arrivo i fondi del ministero per Positano e per il duomo di Salerno. 

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