I cambiamenti nel mondo del lavoro e il numero sempre maggiore di persone che vivono sulla o sotto la soglia di povertà sono stati gli argomenti attorno al quale si è svolto il dibattito nel corso della presentazione a Napoli, alla libreria Raffaello, del libro «Reddito di base. Liberare il XXI secolo» a cura di Andrea Fumagalli, Sandro Gobetti, Cristina Morini, Rachele Serino.
I lavori sono stati introdotti da Andrea Serra - responsabile della campagna «Lavoro se» di Diem25 (il movimento dell'ex ministro delle finanze in Grecia Yanis Varoufakis).
«Il reddito di base è una necessità non più rinviabile - ha dichiarato - Stiamo assistendo, nel corso degli anni, a un preoccupante aumento della povertà che si abbina a una avanzata della tecnologia nel mondo del lavoro: due fenomeni che spingono ad una svolta e a un cambio di passo per guardare al futuro e lasciarci alle spalle le politiche del secolo scorso. In questo senso, il governo che ha abolito il reddito di cittadinanza deve accogliere la proposta di un reddito di base che dia ai cittadini e alle cittadine la possibilità di una esistenza dignitosa e libera».
All'iniziativa erano presenti gli autori Rachele Serino e Sandro Gobetti, presidente dell'associazione BIN Italia che hanno dichiarato: «Questo libro cerca di fare un un punto in merito al tema del diritto al reddito.
In sala anche Renato Votta, referente Campania e Napoli di Mera 25, il partito nato nel 2022 che è parte integrante di DiEM 25. «Il reddito di base universale non è un sussidio per poveri e nemmeno una elemosina per scansafatiche - ha spiegato Votta - È piuttosto una risposta adeguata ai paradigmi sociali ed economici che si stanno affermando. A Napoli e nel Sud Italia, il reddito di base universale e incondizionato liberebbe tante persone dalla schiavitù del bisogno e dal giogo della camorra».