Teatro San Carlo di Napoli, Lissner presenta Onegin: «Criticato perché russa? È ridicolo»

Teatro San Carlo di Napoli, Lissner presenta Onegin: «Criticato perché russa? È ridicolo»
di Mattia Ronsisvalle
Venerdì 10 Giugno 2022, 15:03 - Ultimo agg. 11 Giugno, 09:09
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Nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’opera «Evgenij Onegin» di Pëtr Il'ič Čajkovskij - al Teatro di San Carlo dal 15 al 26 giugno - si è acceso il dibattitto sulla scelta di portare in scena l'opera russa.

Sono passati ben 143 anni dalla prima rappresentazione dell'opera di Čajkovskij avvenuta nel marzo del 1879. Erano tempi diversi, nel pieno della Belle Époque e in cui l'Ucraina non esisteva nemmeno.
Anche lo scenario è diverso: non ci troviamo più nel teatro russo Malyi ma all'interno del Teatro San Carlo di Napoli, il più antico del mondo costruito dai Borbone nel 1737.

Ma che clima si respira in questi giorni prima del debutto?
Ilias Tzempetonidis direttore casting e Coordinatore area artistica risponde che: «Abbiamo provato a organizzare un’atmosfera dove tutti si sentono a casa. Solo un artista che si sente felice esprime al massimo del suo talento. Con questa produzione abbiamo provato a dare un’atmosfera creativa e napoletana. La prossima settimana saliremo sul palco e forse lo faremo meglio di come lo fanno i russi: sarete voi a giudicare».

Gli animi si agitano quando si iniza a parlare del conflitto russo. Il Teatro della Scala di Milano ha aperto la stagione con un'opera russa, sottolineando che non intende fare «nessuna caccia alle streghe», né «cancellare le opere russe». Stessa decisione per il Teatro San Carlo di Napoli: «Fare il paragone - sottolinea il direttore artistico Stéphane Lissner - con la Scala di Milano è sbagliato. All’interno della nostra stagione già era in programmazione l’opera. Il cast è misto e non ci sono riferimenti o interpretazioni che rimandano alla Russia e a quello che sta succedendo. Il Teatro è un’altra cosa. Critiche sui social? È ridicolo accomunare la guerra alla bellezza dell'Opera, sono due cose diverse!».

Il direttore d'orchestra Fabio Luisi spiega che «è un’opera che coinvolge le persone al di là della provenienza, perché le opere d’arte sono per tutti e non rappresentano un pensiero limitante ma universale».

Originario di Varsavia, in Polonia, Artur Rucinski puntualizza: «Io non sono un politico ma sono contro la guerra e Putin.

Sono polacco e supportiamo l’Ucraina accogliendo più di 2 milioni di rifugiati. Separo la guerra del fascista Putin e il mio lavoro dove interpreto un personaggio». 

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I precedenti

Le polemiche sulle scelte prese dai teatri in rapporto al conflitto russo-ucraino non sono mancate nelle scorse settimane. Dopo l'annuncio del Teatro San Carlo per il Gala di raccolta fondi «StandWhitUkraine – Ballet for Peace» il consolato ucraino aveva esortato il pubblico «a non partecipare all'evento declinato come un chiaro tentativo dei russi di mostrarsi attraverso misure culturali e non per quello che stanno facendo in Russia». Lo stesso soprintendente del Teatro San Carlo Stephane Lissner aveva affermato che «l'iniziativa era assolutamente umanitaria in favore dell'Ucraina» e che «il concetto di pace era nel titolo per denunciare l'inaccettabilità di questa ferocia».

L'opera russa 

«Eugene Onegin» è tra i lavori più importanti di Pëtr Il'ič Čajkovskij. Si tratta di un'opera lirica divisa in tre atti e sette quadri.
Nel maggio del 1877, la cantante d'opera Elizaveta Lavrovskaja propose a Čajkovskij di creare un'opera basata sull'Evgenij Onegin di Puškin. Dopo un'iniziale perplessità, il compositore si dedicò con grande impegno al lavoro e si narra che lesse il lavoro del drammatrugo russo Puškin in una sola notte. Čajkovskij denominò l'opera come scene liriche. In effetti l'opera non si presenta come una storia continua, ma come una serie di episodi della vita di Onegin: essendo la storia originale ben nota, Čajkovskij riteneva che il pubblico avrebbe potuto facilmente sottintendere i dettagli da lui omessi. La storia è quella di un giovane e disilluso «dandy» Eugenio Onegin: vengono narrati una serie di episodi, ambientati nella campagna russa e a San Pietroburgo intorno al 1820, in cui si rivive la tormentata storia d’amore di Eugenij e Tat’jana
La produzione che andrà in scena nel teatro partenopeo è della Komische Oper Berlin con la regia di Barrie Kosky. Fabio Luisi dirige l'Orchestra e Coro del Teatro San Carlo con Maestro del Coro Josè Luis Basso. Elena Stikhina interpreterà Tat'jana, Artur Rucinski Onegin e Michael Fabiano Lenskij.

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