Autonomia differenziata, l'alt di De Luca: «La Campania chiede ritiro del ddl Calderoli»

Autonomia differenziata, l'alt di De Luca: «La Campania chiede ritiro del ddl Calderoli»
di Emiliano Caliendo
Mercoledì 16 Novembre 2022, 15:43 - Ultimo agg. 17 Novembre, 07:28
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Nella Conferenza Stato-Regioni in programma domani, la Campania chiederà il ritiro del ddl sull'autonomia differenziata presentato dal ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli. Ad annunciarlo è il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. «È un provvedimento che genera solo caos - ha affermato il governatore nel corso di una conferenza stampa convocata per l’occasione - e che spacca in due il Paese. Faremo un fronte con altre regioni del Sud come Calabria, Basilicata, Puglia, Molise e Lazio ma ci sono segnali per un sostegno anche da parte delle Regioni del Centro-Nord come la Toscana. Da domani siamo in battaglia - ha aggiunto - per difendere l’unità nazionale».

Il documento presentato dalla Regione Campania avanza rilievi e criticità per ognuno degli otto articoli di cui è composto il disegno di legge a firma del ministro leghista. «L'ipotesi Calderoli significa spezzare l'unità nazionale e condannare a morte il Sud. Si ipotizza – spiega De Luca - una competenza autonoma delle Regioni per quando riguarda personale sanitario, scolastico e previdenziale. Questo significa che l'unità del Paese viene distrutta. È intollerabile che si faccia una proposta di autonomia differenziata senza aver definito prima i Lep (Livelli Essenziali delle Prestazioni), questo significa andare avanti con il solito criterio della spesa storica».

L’ex sindaco di Salerno spera di trovare quindi ascolto da parte del presidente Meloni: «Parleremo con il presidente del Consiglio, mi auguro che colga fino in fondo il pericolo mortale per l'unità nazionale e per il destino del Sud». Il documento prodotto dagli uffici di Palazzo Santa Lucia evidenzia inoltre «il totale svuotamento del ruolo del Parlamento e della Conferenza delle Regioni», oltre che del Ministero dell’Economia e delle Finanze, con l’organo legislativo ridotto a svolgere funzioni di «mera approvazione» dell’intesa tra Stato centrale e la regione che deciderà di avocare a sé maggiori competenze.

«Assistiamo all’esautoramento totale delle competenze del parlamento italiano, del ministero dell'Economia e della Conferenza delle Regioni. Gravissima poi – insiste il presidente della Campania - la posizione assunta nei confronti del ministero dell'Economia, che ha in valutazione la bozza di accordo Governo-Regione interessata, avendo 30 giorni di tempo per esprimere il parere, dopodiché scatta il silenzio-assenso. E, ancora, viene prevista una compartecipazione al gettito fiscale della Regione che stabilisce l'accordo con il governo. All'articolo 7 del disegno di legge Calderoli si parla poi di invarianza finanziaria delle intese che si fanno con le singole Regioni. La cosa evidentemente è contraddittoria».

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De Luca, dunque, propone un modello diverso di autonomia, che dovrà obbligatoriamente passare prima dalla definizione dei Lep, dei fabbisogni e dei costi standard, per poi puntare a sburocratizzare il Paese. «Anziché imbarcarci in queste avventure sconclusionate, sgangherate, dell’autonomia differenziata – è il ragionamento deluchiano - facciamo un’operazione più utile per il Sud e per l’Italia. Per me l’autonomia significa una sburocratizzazione radicale, non il cambio dei rapporti tra Stato e Regione. Significa trasferire competenze gestionali alle Regioni, vi faccio un esempio: vi pare possibile che per approvare il Piano paesaggistico del Litorale Domizio dobbiamo aspettare sette anni per avere il parere del Ministero dei Beni culturali? È una vergogna! Per me autonomia significa che in questi casi decide la Regione. Cosa c’entra il Ministero dei Beni culturali?». Si tratta dunque di trasferire materie alle Regioni senza inficiare l’unità nazionale in settori come l’istruzione o, ad esempio, la sanità attraverso «contratti integrativi regionali per il personale sanitario» che, avverte De Luca, «romperebbero l’unità nazionale» e «accentuerebbero il divario fra Sud e Nord». «Ha notizia  - insiste - che in questi anni ci sia stata una modifica, uno snellimento o una modernizzazione delle Sovrintendenze? Non si è mossa una foglia. Per i pareri che riguardano gli impianti di energia alternativa qual è il motivo per cui dobbiamo avere il doppio parere della Regione o del ministero dell’Ambiente. È evidente che sulle questioni operative concrete potremmo avere 100 materie da trasferire alle Regioni. Quindi – conclude - la nostra linea è autonomia intesa come sburocratizzazione, modernizzazione e snellimento dei poteri statali. E non come rottura dell’unità nazionale. Questa è la differenza tra noi e alcuni colleghi del Nord». La partita tra il ministro Calderoli e il presidente della Regione Campania De Luca sull'autonomia differenziata è appena iniziata. Per vincerla conteranno soprattutto le sponde istituzionali, prima ancora che politiche. Vedremo chi la spunterà.

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