Camera di Commercio di Napoli, appello al ministro Urso

Nuovo round sulla gestione dell'ente camerale

Il ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso
Il ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso
di Dario De Martino
Venerdì 4 Agosto 2023, 08:00 - Ultimo agg. 5 Agosto, 09:09
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La seconda lettera in due giorni è arrivata all'attenzione del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso per questioni che riguardano la Camera di Commercio. Dopo quella delle «associazioni storiche» dell'imprenditoria napoletane che hanno chiesto il commissariamento dell'ente camerale accusando la gestione di Ciro Fiola di irregolarità per il rinnovo degli organi camerali, ecco arrivare un'altra missiva.

A scrivere ad Urso è la Consulta delle professioni di Napoli e della Campania.

Il Cup denuncia l'esclusione «della maggior parte delle professioni dalla Consulta degli Ordini costituita nei giorni scorsi dalla Camera di Commercio». Il Cup fa sapere che sono stati esclusi tutti gli ordini professionali regionali, interprovinciali e alcuni ordini provinciali. Un qualcosa che secondo i rappresentati dei professionisti «limita la rappresentatività dei professionisti napoletani e campani violando la normativa vigente». Da qui la decisione di scrivere al ministro Urso chiedendo di porre rimedio «a tale discriminazione».

La richiesta al ministro è di «consentire a tutti gli Ordini di poter partecipare, dando voce a tutte le competenze professionali e non solo - chiosa la nota diramata dal Cup - ad una parte scelta in maniera arbitraria».  

Bene ricordare che la consulta delle professioni esprime il rappresentate dei professionisti all'interno del consiglio camerale. Con le procedure di rinnovo la Camera di Commercio ha riconosciuto la possibilità di partecipare alle attività propedeutiche all'istituzione della Consulta delle professioni agli ordini operanti nella provincia di Napoli e per i quali sia presente la figura di presidente provinciale. Così sono previsti al tavolo che dovrà costituire la Consulta delle professioni dodici tra ordini e collegi: medici, periti industriali, dottori agronomi e forestali, il collegio degli agrotecnici, l'ordine delle professioni infermieristiche, il collegio dei geometri, l'ordine degli architetti, il collegio dei periti agrari, il collegio notarile distretti riuniti Napoli, Torre Annunziata e Nola, l'ordine degli ingegneri e l'ordine dei consulenti del lavoro. Restano fuori tutti gli ordini regionali e interregionali. Il motivo? L'interpretazione «geografica» della norma fatta dalla Camera di Commercio. Vale a dire che un ordine regionale, e non provinciale, non può partecipare alla costituenda Consulta delle professioni. Sono rimasti così esclusi, ad esempio tra gli altri, l'ordine dei commercialisti, quello degli avvocati e dei farmacisti.  

D'altronde la rappresentanza regionale e non provinciale è uno dei nodi che si sono trovati ad affrontare anche le associazioni storiche, guidate da Unione Industriali, Confcommercio e Acen, che pure hanno contestato, con numerosi ricorsi amministrativi, le procedure per il rinnovo del Consiglio camerale. Nel corso della verifica documentale, la Camera di Commercio ha escluso Acen, Compagnia delle opere Campania, Cna, Confcommercio, Confcooperative, Confimprese, Federdat, Legacoop, Agci, Cgil, Cisl e Uil. Tutte le associazioni escluse hanno proposto ricorso con richiesta di sospensiva del provvedimento e la riammissione alla procedura con riserva. La valutazione di merito è attesa per il 17 gennaio 2024.  

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Il gruppo che si oppone all'amministrazione Ciro Fiola ha chiesto mercoledì al ministro Urso il commissariamento dell'Ente per una «gestione personalistica e inappropriata» con «reiterate violazioni di legge» dove «non è garantita l'imparzialità». Accuse che il presidente della Camera di Commercio Fiola ha già bollato come «ridicole e strumentali». Da notare come la associazioni storiche abbiano preferito rivolgersi direttamente al ministero piuttosto che alla Regione, che pure ha il potere di intervenire con un commissariamento dell'Ente quando non è garantito il suo corretto funzionamento. 

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