Camera di commercio di Napoli, nuovo strappo degli industriali

Ma Fiola resta in trincea: «Associazioni storiche? No, odiatori storici»

Le associazioni storiche riunite intorno allo stesso tavolo
Le associazioni storiche riunite intorno allo stesso tavolo
di Dario De Martino
Giovedì 3 Agosto 2023, 08:00 - Ultimo agg. 18:09
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«Gestione personalistica e inappropriata» con «reiterate violazioni di legge» dove «non è garantita l'imparzialità». Con queste accuse il gruppo che si definisce delle associazioni storiche del commercio napoletano ha chiesto al ministero delle Imprese e del Made in Italy di commissariare la Camera di Commercio. Un attacco diretto alla gestione dell'Ente camerale guidato da Ciro Fiola in vista del rinnovo del consiglio. Da notare come la associazioni storiche abbiano preferito rivolgersi direttamente al Ministero piuttosto che alla Regione (che pure ha il potere di intervenire con un commissariamento dell'Ente quando non è garantito il suo corretto funzionamento). Non si fa attendere la replica di Fiola: «È una richiesta ridicola e strumentale», dice definendo il gruppo guidato da Unione industriali, Confcommercio e Acen «odiatori storici». 

Ma andiamo con ordine, partendo dalle accuse avanzate dalle dodici associazioni storiche. Nella sede dell'Acen, il presidente dell'associazione costruttori edili Angelo Lancellotti (il cui ruolo di sintesi è stato fondamentale per cementare il gruppo), il presidente dell'Unione industriali Costanzo Jannotti Pecci e il numero uno di Confcommercio Campania Pasquale Russo hanno presentato un documento che ripercorre la storia, ricca di «irregolarità» secondo le associazioni, della gestione dell'Ente Sono tre gli step in cui si articolano le accuse di Acen, Apa, Claai, Cna, Cdo, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Confimpresa, Federdat e Unione industriali.

Si parte dalla costituzione del consiglio camerale a seguito delle elezioni 2018 fino alla stessa amministrazione dell'Ente nel quinquennio 2018-23: «Sono stati erosi oltre 22 milioni senza sostenere il sistema produttivo ma finanziando associazioni, enti locali e soggetti culturali». Uno tra i motivi per i quali a novembre dell'anno scorso i consiglieri di minoranza si sono dimessi.  

Si arriva così al nodo principale: le prossime elezioni e le procedure per il rinnovo del Consiglio camerale. Procedure che secondo le associazioni storiche riscontrano numerose irregolarità. Nel corso della verifica documentale, la Camera di commercio ha escluso Acen, Compagnia delle opere Campania, Cna, Confcommercio, Confcooperative, Confimprese, Federdat, Legacoop, Agci, Cgil, Cisil e Uil. Tutte le associazioni escluse hanno proposto ricorso con richiesta di sospensiva del provvedimento e la riammissione alla procedura con riserva. La sospensiva è stata già ottenuta da alcuni ricorrenti, la valutazione di merito in sede di giustizia amministrativa è attesa per il 17 gennaio. «La Camera di Commercio ritiene di avere operato rispettando tutte le norme», spiega l'avvocato dell'Ente Antonio Messina. Le procedure per il rinnovo del Consiglio camerale, quindi, possono tecnicamente procedere. E si profila il nuovo scontro tra l'attuale gestione guidata da Fiola con la galassia Aicast contro le associazioni storiche che annunciano che «resteranno compatte» per la sfida alla guida dell'Ente.  

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Una partita che si annuncia agguerrita. Perché se da un lato le accuse sono forti (il presidente degli Industriali Jannotti Pecci ha parlato di «governance farlocca»), la replica del presidente Ciro Fiola non è da meno: «Sono trascorsi inutilmente 5 anni ma gli argomenti proposti da chi non ha mai digerito una sconfitta politica e amministrativa, sono sempre gli stessi. Il gruppo degli odiatori storici ha voluto dare ulteriore dimostrazione di quanto il governo della Camera di Commercio sia solo una scusa per attaccare personalmente il sottoscritto», dice parlando «volgarità e menzogne» da parte dei suoi avversari. Fiola risponde alle accuse con altre accuse a «chi è stato abituato a vedere la Camera di Commercio come una vacca da mungere, una realtà dalla quale attingere denari per il sostegno delle associazioni oramai distanti dalla vita reale delle imprese». 

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