«Ho vinto da solo contro tutti».
E ora?
«O si costruisce un'alleanza seria per le prossime regionali o altrimenti mi candido io a governatore e poi vediamo».
Con chi ce l'ha? Con De Luca o con il Pd?
«Con tutti».
Clemente Mastella, sindaco di Benevento e leader di Noi di Centro, è in Liguria dai nipoti ma ha appena incassato un risultato non da poco: l'altra sera alle provinciali del suo capoluogo elegge da solo 5 consiglieri contro i tre del centrodestra e i 2 del Pd.
Un risultato straordinario il suo.
«Non mi posso certo lamentare.
Con De Luca però è alleato: alle ultime comunali ha vinto contro il Pd anche grazie a lui.
«Stavolta però, mi dicono, proprio per le Provinciali è partita qualche telefonata dalla Regione non in mio favore».
Ce l'hanno tutti con lei perché è radicato lì a Benevento e non molla.
«Non mollerò mai: tutti vorrebbero che appendessi le scarpe al chiodo ma se lo possono scordare».
Però non chiude le porte e chiede un'alleanza strutturale.
«Guardi, il discorso è molto semplice. Mi chiamano per dare una mano ovunque e Clemente Mastella è sempre disposizione».
Chi?
«Per le comunali di Caserta per il sindaco Marino, per quelle di Avellino e per De Luca alle regionali. Poi però passate le elezioni non esisto più. Prenda la Regione che soffre ormai del centralismo bonapartistico di De Luca: io ho portato centomila voti nel 2020, non pochi, e siamo fuori dalla giunta regionale. Le sembra normale? Beh, ora mi sono scocciato. Questa non è certo un'alleanza, ne serve invece una sul modello dell'Ulivo: ci si dava una mano e poi si concordava il peso specifico che ogni partito doveva avere in base a quanto ottenuto».
Cosa prevede?
«Sicuramente che la situazione così non può reggere e ci sarà una frattura enorme tra il Pd e De Luca. Se alle Europee la Schlein e il suo partito vanno bene la candidatura di De Luca per il terzo mandato sarà difficile, nel caso opposto sarà uno scontro feroce qui in Campania tra lui e il Pd».
Ma lei è per il terzo mandato di De Luca?
«Sono favorevole ma serve un disegno e un progetto comune. Perché qui, vede, sembrano che tutti recitano a soggetto. Ma a soggetto proprio. De Luca pensa per sé e così fanno i suoi colleghi governatori che vogliono ricandidarsi».
De Luca è già di fatto candidato per le prossime regionali.
«Fa il suo percorso ma, attenzione, se vai fuori dal partito e ti candidi senza non raccoglierà più del 15-20 per cento. E se entro io in campo, che qualcosa la prendo sicuramente, rischiamo di far vincere il centrodestra che in Campania rimane per ora una forza debole, direi carsica».
Per le Europee, invece: conferma che si allea con Renzi?
«Andrò con Renzi e mi dispiace che abbia rotto con Calenda. Ma io più che alle Europee sono interessato alle scadenze elettorali che vengono dopo. Anzitutto le regionali che saranno il vero spartiacque».
E poi le politiche anche se il centrodestra ora appare invincibile.
«Naturale se l'opposizione rimane divisa. Nessuno vuole costruire davvero un'alleanza e sia il Pd che i grillini sono divisi su moltissime cose. Gli elettori percepiscono questa divisione e chi va a votare preferisce la Meloni: meglio una semi-alleanza come quella del centrodestra che una non-alleanza del centrosinistra».
Non crede che a sinistra si riesca a costruire un'alleanza.
«Sono divisi su tutto. Dalla politica estera ai conflitti in Ucraina e Palestina. Ma sopratutto non vedo alcuno sforzo per avvicinarsi alle posizioni dell'altro, come accadeva ai tempi dell'Ulivo».
Immagino che erano molti i temi su cui lei e Bertinotti, ad esempio, non andavate d'accordo.
«Esatto ma si faceva uno sforzo e qualcosa si costruiva. Non è più così purtroppo».
Torniamo alle provinciali: a Caserta vincono i moderati, a Benevento lei ed a Salerno De Luca contro tutti. Anche se sono elezioni di secondo livello, cosa sta accadendo?
«I partiti tradizionali non riescono a inventare nulla, non sono radicati sui territori. E se hai particolare presa le battaglie locali le vinci perché nelle periferie le ideologie non contano».