Confindustria Campania nel caos: Vigorito rinuncia, Jannotti Pecci reggente

Tra pochi mesi il sistema Confindustria sarà chiamato a votare il successore di Bonomi

Oreste Vigorito
Oreste Vigorito
di Nando Santonastaso
Domenica 22 Ottobre 2023, 09:00 - Ultimo agg. 10:20
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È forse una partita molto più ampia di quello che appare a prima vista la vicenda che ormai da tempo sta riguardando il rinnovo della presidenza di Confindustria Campania. Dell'organismo di rappresentanza regionale dell'Associazione più importante del Mezzogiorno e dunque fatalmente molto osservato anche a livello nazionale. La decisione di Oreste Vigorito, il presidente della territoriale di Benevento subentrato circa un mese fa a Gianluigi Traettino, di farsi da parte dopo avere accettato l'incarico in qualità di componente anziano del Consiglio, è solo l'ultimo segnale di un malessere che ripropone antichi dubbi sulla reale compattezza del sistema confindustriale campano. Vigorito ha misurato sul campo l'impossibilità di sbloccare l'impasse in atto da mesi e verificato altresì che non c'era unità di intenti nemmeno sulla possibilità di trasformare la sua reggenza in una presidenza a tutto tondo. Soluzione, peraltro, che la notorietà dell'industriale e la sua disponibilità avrebbero potuto rendere praticabile. Al momento invece Confindustria Campania resta senza presidente e si profila una nuova reggenza, questa volta affidata a Costanzo Jannotti Pecci, presidente di Napoli, in qualità di consigliere anziano. 

Difficile immaginare che domani, giorno di convocazione del Consiglio dei presidenti delle territoriali, si possa raggiungere l'intesa. Molto più probabile che sarà Jannotti Pecci a traghettare la rappresentanza regionale verso la nuova presidenza ma in tempi non proprio immediati (salvo, ovviamente, smentite) dal momento che adesso non si intravedono spiragli di accordo ma soprattutto che tra pochi mesi il sistema Confindustria sarà chiamato a votare il successore di Carlo Bonomi per il quale non ci sono ancora indicazioni certe mentre già sono in corso grandi manovre. Diventa dunque probabile che anche l'elezione del nuovo presidente regionale dell'Associazione sia agganciata a questa scadenza dalla quale potrebbero emergere nuovi equilibri, considerato ad esempio che tra gli incarichi da rinnovare c'è anche quello di presidente del Consiglio delle regioni di cui attualmente è titolare il napoletano Vito Grassi. È troppo presto per capire se il successore sarà un altro campano (ipotesi per la verità molto remota, in genere prevale il principio dell'alternanza geografica: ma di questi tempi non si può escludere nulla).

Di certo non è un mistero che proprio da Napoli si solleciti Viale dell'Astronomia a rimettere il Mezzogiorno tra le priorità dei programmi e della rappresentanza. 

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Ma perché si è determinata tutta questa incertezza? Il successore annunciato del casertano Traettino (che a sua volta era subentrato a Grassi due anni fa in una delle fasi più turbolenti della vita di Confindustria Napoli) doveva essere l'attuale presidente di Salerno Antonio Ferraioli. Ma l'industriale conserviero ha sempre fatto capire di non essere disponibile a ricoprire anche questa carica per l'inconciliabilità con gli impegni imprenditoriali che lo assorbono. Salerno però rivendica, comunque, la presidenza e propone di nominare un delegato di Ferraioli: per farlo però bisogna modificare lo statuto e accettare il principio che al vertice della Confindustria regionale non ci sia il presidente di una delle territoriali com'è accaduto finora. Questioni non proprio trascurabili per chi conosce più in profondità le regole e le tradizioni confindustriali. Di sicuro, a quanto se ne sa, non pare tra le soluzioni praticabili la scelta del presidente di un'altra territoriale (Avellino, ad esempio) perché verrebbe meno la turnazione concordata a suo tempo e finora rispettata, sia pure anche in passato con una certa fatica. È lo stesso motivo per il quale sin dall'inizio era apparsa improbabile la rielezione di Traettino al quale, peraltro, è difficile non riconoscere il merito di avere riportato Confindustria Campania ad una visibilità e ad una concretezza nei rapporti con il territorio su cui pochi avrebbero scommesso. Del resto, com'è emerso anche in occasione del meeting di Capri dei Giovani imprenditori di Confindustria, è proprio la credibilità la migliore garanzia del senso di appartenenza di chi fa impresa, specie in tempi ancora difficili per i cosiddetti corpi intermedi. Ed è anche il motivo per il quale anche questa crisi andrebbe risolta in fretta, evitando cadute di immagine e crisi di identità di cui non si avverte decisamente il bisogno. 

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