Consiglio comunale di Napoli flop: la stretta dei capigruppo

«Serve maggiore attenzione. Se c'è un orario di convocazione, bisogna arrivare un minuto prima e non un minuto dopo», dice il capogruppo dem

Consiglio comunale di Napoli flop
Consiglio comunale di Napoli flop
di Dario De Martino
Sabato 6 Aprile 2024, 09:30 - Ultimo agg. 14:55
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Un appello alla responsabilità a tutto il consiglio comunale. È quello che arriva dai tre principali capigruppo dell'assise cittadina: Pd, Manfredi sindaco e Movimento 5 Stelle. Il flop di giovedì mattina, quando l'assemblea non si è aperta per mancanza del numero legale per la seconda volta su sette convocazioni nel 2024, deve rappresentare una sveglia per la maggioranza. «Non ci sono problemi politici», ribadiscono i capigruppo. Ed in effetti è così: la maggioranza di Gaetano Manfredi, ben ventinove consiglieri su quaranta, non vive particolari fibrillazioni politiche. Ciò nonostante troppo spesso non riesce a tenere i numeri in aula. Nel 2024, su sette sedute, solo due si sono chiuse regolarmente: 2 non sono state aperte e tre sono finite prima perchè i numeri non c'erano. 

Il richiamo 

«Serve maggiore attenzione. Se c'è un orario di convocazione, bisogna arrivare un minuto prima e non un minuto dopo», dice il capogruppo del Pd Gennaro Acampora. L'esponente Dem, però, tiene a ribadire che «non ci sono tensioni in maggioranza. Sono sicuro che arriveremo, la prossima settimana, al consiglio sul bilancio riconfermando la compattezza della maggioranza». Già perchè per il 9 aprile è convocata la nuova riunione dell'assise. D'altronde entro il 10 aprile bisogna approvare il bilancio. E nella stessa data, visto il flop di giovedì, anche la nota di aggiornamento al Dup (documento unico di programmazione) e la delibera sui servizi a domanda individuale. Insomma, una seduta fiume. La conferenza dei capigruppo ha già convocato l'assise in prima e seconda convocazione, quando basterebbero solo 14 consiglieri per aprire il Consiglio. Per Acampora, comunque, è necessario «un maggior coinvolgimento nel lavoro lavoro tra giunta e consiglio. Ce ne è già tanto, ma si può sempre migliorare. E poi, da parte dei consiglieri, serve maggiore disciplina». Anche per Fulvio Fucito, capogruppo di Manfredi sindaco, serve «maggiore attenzione. Non c'è - spiega - un problema politico all'interno della maggioranza. Bisogna essere più attenti ad evitare ritardi e a tenere i numeri in aula». Per Ciro Borriello, capogruppo del Movimento 5 Stelle, definisce le assenze e i ritardi come «leggerezze».

L'ex assessore allo Sport spiega: «Giovedì in aula eravamo solo in 17 della maggioranza. Dobbiamo essere tutti, a partire da me, più attenti a non sottovalutare l'importanza di ogni singolo consigliere». Borriello evidenzia pure il problema che nasce quando, e accade spesso, il consiglio non riesce ad arrivare alla sua conclusione, lasciando gli ordini del giorno nel parcheggio: «Ogni partito tende a intervenire con degli ordini del giorno su cui, però, sarebbe necessaria più condivisione per evitare che vengano letti come forzature dal resto della maggioranza». 

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Il protagonismo

Ma i tre capigruppo difendono pure l'operato del consiglio comunale. «Non è vero che non è protagonista della vita amministrativa della città. La funzione di indirizzo viene svolta nel rapporto con la Giunta, nel lavoro nelle commissioni consiliari, non solo con le delibere di iniziativa consiliare», dice Acampora. «Nelle delibere di Giunta c'è spesso un contributo importante anche dei consiglieri», aggiunge Fucito. Per Borriello «spesso nelle assemblee, a partire dal Parlamento, le norme di iniziativa assembleare sono poche. Ma ci sono fasi in cui le assemblee riprendono il loro protagonismo». Interviene nel dibattito anche il consigliere Nino Simeone: «Abbiamo fatto numerosi interventi in consiglio comunale per migliorare la città. Al Consiglio, più che al protagonismo, servirebbe, in alcuni casi, una maggior considerazione da parte della Giunta». Si fa sentire anche l'opposizione che ricorda, con Salvatore Guangi di Forza Italia, «le numerose assenze del sindaco dall'aula in un contesto in cui la centralità dell'assise sta venendo meno». 

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