Primarie Pd a Napoli. Valente: «Non si è consumato un parricidio, solo io posso battere de Magistris- Brogli? Devono sporcare sempre tutto»

Primarie Pd a Napoli. Valente: «Non si è consumato un parricidio, solo io posso battere de Magistris- Brogli? Devono sporcare sempre tutto»
di Marilicia Salvia
Martedì 8 Marzo 2016, 09:00 - Ultimo agg. 11:56
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«Parricidio? Ma no, non ho ucciso il padre Bassolino. E lui lo sa. È stata una bella, sana, appassionante sfida. E ho vinto io perché la mia candidatura era e rimane la più competitiva». In questo pomeriggio di vigilia della Festa delle donne Valeria  Valente, da domenica sera ufficialmente candidato sindaco alle Comunali di Napoli per il centrosinistra, è esausta - almeno così dice - ma assolutamente raggiante. Parla a raffica, come sempre: stretta in una gonna che esalta il fisico minuto, i capelli finalmente sciolti sulle spalle, seduta al tavolo del suo studio nel comitato elettorale di piazza Bovio la deputata ed ex assessore della giunta Iervolino ribadisce le linee del programma con cui punta a battere il sindaco uscente de Magistris - riqualificazione di interi quartieri, più verde, azioni per attrarre investimenti pubblici e privati - e analizza a mente fredda le ragioni - «politiche e umane», sottolinea - che l’hanno condotta alla vittoria. Si rabbuia davanti al video del sito Fanpage che testimonia di qualche strano maneggio davanti ai seggi: «Devono sporcare sempre tutto, sono sicura che ieri è andato tutto bene», taglia corto. Non nasconde il suo orgoglio - «il risultato non era scontato, davanti a me avevo un gigante della politica» - e neanche il prezzo di tanto impegno: «Ho visto mio figlio Luca per pochi minuti stamattina, prima che andasse a scuola. Mi sono svegliata apposta alle sette e mezza, nonostante avessimo tirato tardi per i festeggiamenti, ma ho voluto dirglielo io che ce l’avevo fatta». 

Valente, da oggi sarà sempre più difficile avere una vita normale, ha detto anche questo a suo figlio? 
«Naturalmente. Lui ha sei anni e lo ha capito che ci vedremo poco, ne abbiamo parlato a lungo quando ho deciso di candidarmi. Mi ha dato l’ok in cambio di una promessa: “Mamma, una volta sindaco aiuta i bambini poveri”, mi ha detto».

Intanto da stamattina, nella lunga teoria di interviste e incontri seguiti alla vittoria, di promesse e impegni ne avrà assunti molti altri. Partiamo da qui allora: se sarà eletta sindaco che cosa proverà a realizzare subito, che l’attuale amministrazione non ha realizzato? 
«Potrei rispondere con una battuta: cosa ha realizzato questa amministrazione? Praticamente nulla. Dunque noi dobbiamo riconnettere Napoli con l’Europa, con il governo, con la Regione: dobbiamo attrarre investimenti pubblici per riqualificare i quartieri, potenziare il trasporto pubblico, garantire il decoro urbano e la sicurezza delle scuole, ristrutturare le tante infrastrutture sportive anche in vista delle Universiadi del 2019. Così potremo ottenere investimenti anche privati, sarà favorita la sicurezza, migliorerà la qualità della vita dei cittadini, miglioreranno le condizioni di accoglienza dei turisti. E sarà possibile creare più lavoro e più benessere». 

Ok, in poche righe siamo arrivate ai massimi sistemi. Ha ragione chi dice che da domenica con la sua vittoria la città è più “renzizzata”? 
«Che brutta parola. Sì lo so che il sindaco ha coniato la derenzizzazione, una grande sciocchezza. Lui ha isolato Napoli, noi dobbiamo riannodare un dialogo importante. Io preferisco pensare che la mia vittoria ha ridato fiato ed energia al Pd. Domenica notte Renzi mi ha telefonato, si è complimentato per la vittoria. Mi hanno inviato messaggi Orlando, Delrio, Boschi, Madia, Guerini, Rosato, Orfini e tanti altri. È importante lavorare in sinergia: quelle accennate prima non sono indicazioni da massimi sistemi, sono cose concrete da realizzare per il bene della città. Dobbiamo riuscirci e possiamo farlo solo se ci muoviamo tutti insieme». 

Tutti insieme significa anche con Bassolino?
«Assolutamente sì. Naturalmente in un percorso che decideremo insieme. È importante che Bassolino continui a dare il suo contributo». 

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