«Tregua» col Pd, de Magistris non si candida alla Regione: stop alla lista per restare un altro anno al Comune di Napoli

«Tregua» col Pd, de Magistris non si candida alla Regione: stop alla lista per restare un altro anno al Comune di Napoli
di Luigi Roano
Mercoledì 17 Giugno 2020, 23:00 - Ultimo agg. 18 Giugno, 14:06
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Il futuro è a Palazzo San Giacomo non alla Regione: «io non tradisco» dice il sindaco Luigi de Magistris. «Non si candida? Chiedetelo a lui non a me» il De Luca pensiero. La sostanza è che salta la sfida tra due che proprio non si sopportano, chissà che campagna elettorale sarebbe stata quella tra di loro. Insomma, l’ex pm non si candida e addirittura anticipa la data della sua decisione che ci si aspettava per il 20 giugno. Invece, il videomessaggio alla città ieri mattina alle 9,30 già era su tutte le testate online. Diciamoci la verità, il pensiero di candidarsi e di sfidare il governatore uscente c’è stato davvero ed è stato concreto per almeno due settimane, quelle successive alla mancata sfiducia alla quale partecipò anche il Pd. Cosa è cambiato? 

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Prima una parentesi per sottolineare che tecnicamente de Magistris potrebbe ancora candidarsi alla Regione, c’è tempo fino al 24 luglio, ultima data utile per fare scattare l’election day. È molto improbabile, ma non impossibile un ulteriore dietrofront, il sindaco in nove anni ci ha abituati a questa altalena. Certo è che non si capisce strategicamente perché dare un vantaggio agli avversari politici anticipando così tanto la decisione sulla candidatura. A meno che non si abbia in testa un progetto. Cosa farà il sindaco nel 2021 quando scadrà il mandato e non potrà ricandidarsi? A quel punto avrà saltato le regionali e la prossima tornata elettorale è quella delle politiche nel 2023 o deve sperare che il Governo cada e si vada al voto anticipato. Difficile immaginare de Magistris ai box per due anni. Più probabile che le interlocuzioni romane sul fronte Pd, ma anche M5S, lo abbiano convinto di tre cose: non verrà sfiduciato in Consiglio malgrado non abbia una maggioranza, che dal Governo arriveranno risorse per il Covid e una soluzione per il debito storico. E terzo, non intralciando i piani alla Regione dei dem e dello stesso De Luca - miracolato dalla paura per il Covid e oggi visto come salvatore della patria mentre 4 mesi fa si parlava di tutt’altro - che de Magistris tra i piedi non lo volevano per nulla, potrebbe fare un investimento per il futuro. Il sindaco - questa la sensazione - sta costruendo un ponte per collegarsi con il mondo del centrosinistra dove fanno trapelare che «nella prospettiva futura del campo largo è considerato una risorsa importante». Insomma, una tregua con il Pd e il centrosinistra: sembra questa la strategia del sindaco per planare nel 2021 senza troppi sussulti e dare un’occhiata sul futuro prossimo. Con la segreta speranza di poter rientrare prima del 2023. Oppure - ma qui siamo davvero ai boatos - trovare il modo di rientrare nel mondo della magistratura da non togato. Perché sul futuro dell’ex pm circolano tantissime voci ed è pure normale visto che da dieci anni fa il sindaco di Napoli, una ribalta nazionale e internazionale. 
 


 De Magistris quindi scioglie la riserva e con un video spiega il perché della scelta di non candidarsi alla Regione: «Una scelta meditata, difficile - ammette - nella quale ho messo da parte anche legittime ambizioni personali ed anche una sfida politica molto interessante come quella di andare a guidare la nostra Regione. Ma ho scelto Napoli. Ancora una volta una scelta d’amore, di cuore, di passione, ma anche di razionalità». Secondo de Magistris «il momento è troppo difficile per lasciare la città nelle mani di un funzionario dello Stato senza la legittimazione democratica delle elezioni. È un momento in cui bisogna ricostruire la città da un punto di vista sociale ed economico, in cui bisogna dare forza ai cittadini, curare le ferite ma anche dare potenza alle energie che solo questa città sa di possedere». Il sindaco quindi ricorda di aver «dedicato nove anni della mia vita a questa città e le dedicherò anche l’ultimo anno del mio mandato, fino a giugno del 2021. Insieme riporteremo Napoli dove l’avevamo lasciata a febbraio, in vetta nel mondo per energia, cultura, turismo e capacità economica. Ne sono assolutamente convinto ed è per questo che ritengo che in questo momento spendermi in prima persona in una campagna elettorale potrebbe significare un tradimento della città.

Ancora una volta nella mia vita una scelta d’amore. Ne sono contento perché amo profondamente Napoli. Così ho cominciato il mio mandato e fino alla fine mi impegnerò solo ed esclusivamente per Napoli e per i napoletani». 

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