Giannini, una carriera in panchina
costellata di esoneri e diverbi

Giannini, una carriera in panchina costellata di esoneri e diverbi
Mercoledì 22 Gennaio 2014, 15:23 - Ultimo agg. 15:24
1 Minuto di Lettura
Uno scudetto vinto da giovanissimo senza mai scendere in campo, tre coppe Italia e l'amaro terzo posto a Italia '90. Un Principe che ha messo in bacheca forse meno trofei di quanti la sua classe ne avrebbe meritati. La vita di Giuseppe Giannini calciatore è giallorossa dall'inizio alla fine, dai quindici anni con la Roma all'ultima stagione con il Lecce, a chiudere un mini-peregrinare che lo ha visto indossare la maglia di due realtà molto diverse fra di loro: lo Strum Graz, in Austria, e il Napoli. Alla vittorie da giocatore fa da controaltare una carriera da allenatore fatte di moltissime ombre e un'unica luca, proprio quella promozione conquistata sul Gallipoli che ora viene messa in discussione. Per il resto una lista lunga di esoneri o di rapporti interrotti per divergenze con il club. Si comincia nel 2004-05 con il Foggia, esonero dopo 17 gare, e si prosegue l'anno dopo (sette gare con la Sambenedettese), e, di seguito, con i rumeni dell'Arges (10 gare), con la Massese dove viene chiamato ed esonerato per due volte nel corso della stagione, con l'Hellas (12 gare) e con il Grosseto (6 match). Nel mezzo, si diceva, la splendida cavalcata con il Gallipoli. Il presente porta in Libano: lì Giannini prova il rilancio come selezionatore della nazionale.