Bankitalia: bene la manovra ma la norma sul tfr mette a rischio le pensioni

Bankitalia: bene la manovra ma la norma sul tfr mette a rischio le pensioni
Lunedì 3 Novembre 2014, 20:57 - Ultimo agg. 20:58
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«È cruciale che la temporaneità del provvedimento sia mantenuta». Lo dice Bankitalia nel corso dell'audizione sulla Legge di stabilità parlando delle misure sul Tfr e sottolineando come «l'adesione dei lavoratori a Bankitalia nel corso dell'audizione sulla Legge di stabilità parlando delle misure sul Tfr e sottolineando come «l'adesione dei lavoratori a basso reddito all'iniziativa aggrava il rischio che questi abbiano in futuro pensioni non adeguate».



Il giudizio di Bankitalia sulla manovra è tuttavia positivo: «Realizza una significativa riduzione del cuneo fiscale» - sottolinea fra l'altro il vice direttore generale, Luigi Signorini - «e finanzia riforme potenzialmente importanti relative all'istruzione scolastica e al mercato del lavoro».



«Data l'eccezionale profondità e durata della recessione, il rallentamento nel processo di aggiustamento dei conti pubblici proposto appare motivato: può contribuire a evitare il rischio di una spirale recessiva», aggiunge Signorini nel corso del'audizione in Parlamento sulla Legge di stabilità.



Si stima che i tagli «delle risorse disponibili per gli enti decentrati si traduca interamente» in un taglio «delle spese correnti. Tuttavia, l'evidenza degli ultimi anni mostra che gli enti decentrati hanno reagito anche aumentando significativamente le entrate», sottolinea ancora Bankitalia, evidenziando il rischio di un aumento delle imposte regionali.



«Il ridimensionamento dell'Irap consente un significativo alleggerimento del costo del lavoro ma comprime i margini di autonomia delle Regioni, per le quali il tributo rappresenta la principale fonte di finanziamento», sottolinea ancora Bankitalia.



«In un assetto efficiente - spiega Signorini - gli enti decentrati devono poter essere responsabili dei livelli di entrate e di spese e su - questa base - venire giudicati dai cittadini. Inoltre, gli interventi modificano in misura significativa la struttura del tributo, rendendo opportuno avviare una riflessione sul suo ruolo nel sistema fiscale italiano».



«È preferibile si arrivi a non far scattare le clausole di salvaguardia completando le misure di razionalizzazione della spesa». E per far questo «c'è tempo, scattano dal 2016», dice ancora il vicedirettore di Bankitalia.



L'utilizzo di clausole di salvaguardia nella legge di Stabilità «rafforza la credibilità dell'impegno del nostro Paese a proseguire nel processo di consolidamento delle finanze pubbliche», continua Bankitalia. Ma, almeno per l'Iva, l'aumento porterebbe le aliquote «su livelli molto elevati». Cosa da evitare.



«Alcune delle misure di contrasto all'evasione» previste dalla Legge di Stabilità «sono potenzialmente in grado di incidere sul fenomeno. Gli effetti sul gettito non sono però facili da stimare», evidenzia ancora Signorini.



Gli interventi sugli ammortizzatori sociali «non possono che essere sfavorevoli nel quadro macroeconomico corrente» e quindi «sarà importante - aggiunge Bankitalia - definire un sistema che a regime possa essere in condizioni di equilibrio strutturale. Poiché forme e obiettivi dell'intervento non sono ancora definiti in dettaglio una valutazione compiuta non è e ancora possibile».



Anche la Corte dei conti vede il rischio di un aumento delle tasse locali. C'è «il rischio che regioni ed enti locali siano indotti a compensare l'ulteriore riduzione dei trasferimenti recata dalla legge di stabilità con un aumento dell'imposizione decentrata», afferma il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri in audizione alla Camera.



«Si consideri - sotolinea Squitieri - che nel corso dell'ultimo decennio le addizionali Irpef sono aumentate in misura significativa, sia quanto a gettito complessivo (quasi raddoppiato, fino ai 15 miliardi del 2013), sia quanto ad aliquote (l'incidenza effettiva sul reddito medio dichiarato è passata dall'1,4 per cento all'1,7 per cento, con punte del 2,6 per cento nelle regioni. E la crescita - dice la Corte dei conti - potrebbe subire un'accelerazione nel 2015, allorchè sarà possibile completare il percorso di aumento dell'addizionale regionale (d.lgs. 68/2011) aumentando l'aliquota di un punto».



I magistrati contabili individuano poi due rischi nella legge di Stabilità: le clausole di salvaguardia (con «l'acuirsi delle incertezze sul gettito futuro») e «le incertezze e i rischi insiti nel ritorno ad un utilizzo improprio dei proventi (per loro natura incerti) della lotta all'evasione, per coprire spese o sgravi fiscali certi».



«Le coperture individuate, specie quelle dal lato della spesa delle amministrazioni territoriali, mantengono margini di incertezza per il timore sia che da esse derivino peggioramenti nella qualità dei servizi, sia che esse inducano ad aumenti delle imposte», sottolinea ancora la Corte dei Conti.