La legge è uguale per tutti? Dipende dalle corti. Almeno così sembra nel caso del Partito Animalista Italiano, che ha presentato il suo simbolo per le prossime elezioni politiche ma si è visto dare risposte contrastanti da tribunali diversi.
Anche i nostri fratelli animali saranno rappresentanti in queste elezioni!
Cari amici, dopo giorni di attacchi e insinuazioni volti a danneggiare la politica animalista, siamo davvero felici di potervi presntare il simbolo con cui correremo alle prossime elezioni politiche. pic.twitter.com/SM5ojadPDZ— Partito Animalista (@P_Animalista) August 14, 2022
Il caso
Il partito guidato dall'avvocato Cristiano Ceriello aveva despositato entro i termini previsti le proprie liste insieme a Dieci Volte Meglio, partito che tra l'aprile e il dicembre 2019 si era costituito in gruppo parlamentare. Questo apparentamento avrebbe dovuto dare al Partito Animalista l'esenzione dall'obbligo di raccolta firme, ma mentre le corti d'appello di Calabria ed Emilia Romagna hanno approvato le liste, altre le hanno respinte per mancanza dei requisiti necessari. L'episodio più singolare in Campania, dove la circoscrizione che comprende la provincia di Napoli ha bocciato la domanda, approvata invece nel resto della regione.
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«Ci troviamo in una situazione paradossale, per cui sulla base della stessa legge vengono prese decisioni diverse», denuncia Ceriello.
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Doppia Esenzione
Il Partito Animalista ha presentato ricorso d'urgenza alla Corte Europea, perché non è stata riconosciuta nemmeno la sua presenza nel Parlamento Europeo (altro requisito che esonera dalla raccolta firme). Il partito di Ceriello è parte del gruppo Animal Politics EU, punto di riferimento degli animalisti europei che conta 3 deputati a Strasburgo. «Il fatto che non siano italiani non conta nulla, perché con il Trattato di Lisbona si è stabilito che anche i deputati eletti all'estero venissero parificati a quelli italiani. Questa norma che ci ha già conferito l'esenzione alle ultime elezioni europee è stata ignorata dalle corti che ci hanno respinto», dichiara l'avvocato.
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Per Ceriello il ricorso è diventato una questione di principio: «Indipendentemente da come vada a finire la battaglia legale, questa contraddizione nell'interpretazione della stessa legge crea un pericoloso precedente per l'elettore italiano su un tema delicatissimo».