Nuove generazioni, la dispersione scolastica non è solo un problema del sud d'Italia

Il professore Marco Assante «La dispersione scolastica non è un problema regionale, interessa tanti ragazzi in Italia anche al nord»

Ragazzi a scuola
Ragazzi a scuola
di Clara Lacorte
Venerdì 8 Marzo 2024, 13:00
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Un adolescente che decide di abbandonare gli studi è sicuramente un fallimento per gli ambienti educativi, per la famiglia e per la società tutta. Si tratta di un fenomeno, in Italia molto diffuso, difficile da inquadrare e soprattutto da misurare. Per poterlo fare nel modo più corretto e veritiero possibile, bisognerebbe analizzare il percorso scolastico di ogni studente calandolo, inoltre, nel proprio contesto culturale e sociale di appartenenza. Ed ecco che già qui ci renderemmo presto conto che la dispersione scolastica non è un problema che interessa solo il Sud del nostro Paese.

Questa convinzione, difficile da sfatare, è accompagnata ovviamente da dati importanti: in Sicilia ed in Sardegna gli abbandoni si attestano intorno al 20%, in Campania intorno al 19,1% mentre in regioni dell’alta Italia come Lombardia e Piemonte quasi intorno al 16% (secondo una ricerca pubblicata dal sito Openpolis).

Dunque, nonostante le regioni del Sud vengano considerate quelle con più rischio di dispersione scolastica, la situazione nelle altre regioni d’Italia, in particolare al Nord, non sono poi così differenti. Guardando poi a livello europeo, certamente l’Italia, insieme alla Spagna ed alla Romania, toccano le vette più alte di dispersione scolastica nonostante nel 2013 il Governo italiano abbia messo in pratica una serie di riforme volte a disciplinare tale fenomeno.
 

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Ma cos'è la dispersione scolastica? Per rispondere a questa domanda abbiamo intervistato direttamente un professore di italiano il quale lavora presso l'Istituto Comprensivo Marotta di Napoli per aiutarci a capire le radici di tale problematica. «Innanzitutto, parlando di dispersione scolastica, è impossibile farne una questione solo territoriale. I ragazzi di oggi sono sicuramente, rispetto al passato, molto più stimolati e la conseguenza è che tutti questi stimoli quotidiani porta ad aumentare le distrazioni e ad allontanarli dall’ambiente scolastico. La dispersione scolastica è l’abbandono, in maniera precoce, degli studi determinato da assenteismo, accumulo di lacune e problemi nell’acquisizione di competenze poi fondamentali per il futuro. Ad essere maggiormente coinvolti, secondo la mia esperienza, sono in particolar modo i ragazzi della scuola secondaria di primo e secondo grado sono quelli più coinvolti nel fenomeno della dispersione scolastica. La dispersione non è un fattore regionale, coinvolge tutti, ragazzi che provengono da famiglie ricche o benestanti, così come ragazzi che provengono da situazioni di difficoltà economica, culturale e sociale», afferma il professore Marco Assante.

Dunque, la percentuale di NEET, ovvero i giovani dai 15 ai 29 anni che non studiano o non seguono percorsi di formazione volti a trovare poi un lavoro, sono tanti in Italia ed il più delle volte, per loro, abbandonare la scuola e gli studi si presenta come l’unica alternativa possibile in quanto nessuno spiega loro, nel modo più adeguato, la necessità e l’importanza di studiare e migliorarsi. Proprio per questo, oltre alla famiglia, un lavoro fondamentale in tal senso può essere svolto dalla scuola e dagli insegnanti. Far comprendere al ragazzo quali sono le conseguenze di un abbandono precoce può cambiare il destino di uno studente.

Questo è ciò che, per fortuna, accade in moltissime scuole d’Italia, con progetti volti ad inserire in maniera sana e costruttiva gli studenti all’interno del sistema scolastico che, spesso, a molti di loro sta un po' stretto. L’Istituto Compresivo Marotta è certamente tra questi, attraverso una serie di percorsi contro la dispersione scolastica vengono promosse attività di diverso genere: progetti di rugby, tennis dal titolo «Racchette in classe», di lingua inglese e spagnola, oltre al teatro ed il cinema.

Inoltre, per quei ragazzi che più di altri accumulano assenze, viene riservata la possibilità di dialogare apertamente con i propri professori con il fine di capire la presenza di eventuali problematiche. Il professore Marco Assante, in particolare, si occupa con grande impegno e dedizione, complice la sua grande passione per la Settima Arte, della gestione di un cineforum dal titolo «CineMarotta», in cui i ragazzi nell’auditorium scolastico assistono alla visione di film con la possibilità di creare momenti di discussione e confronto. «Un ottimo modo, a parer mio, per coinvolgere i ragazzi e stimolare la loro attenzione e creatività, attraverso un viaggio nelle emozioni. È, inoltre, un’occasione per socializzare tra le classi portando il cinema all’interno della scuola» spiega il professore Assante.

Purtroppo, non tutte le scuole hanno sempre a cuore il destino degli studenti e mollare la presa spesso sembra essere più facile che comprendere i loro bisogni e, soprattutto, le difficoltà. Le cause, infatti, della dispersione scolastica sono molteplici. Il più delle volte ad abbandonare gli studi sono gli studenti con problematiche sociali e familiari molto forti in cui la mancanza di assistenza ed ascolto da parte dei genitori può produrre danni importanti, come l’allontanamento dall’istruzione considerato «inutile». O, ancora, problematiche di tipo psicologiche, delle volte dettate anche dalla difficoltà di adattarsi all’ambiente educativo e di classe, le quali possono condurre lo studente ad abbandonare la scuola. Per questo motivo, spesso si chiede l’introduzione di una figura psicologica all’interno degli istituti scolastici. «I ragazzi interessati alla dispersione scolastica hanno dietro un bagaglio, una storia, molto ampia e particolare. Ad esempio genitori che non lavorano o genitori assenti nelle loro vite. Tutto questo dolore che i ragazzi portano con loro non ha volto e lì dove la famiglia non può arrivare, proviamo ad arrivarci noi seppur in maniera né totalitaria né totalizzante», spiega il professore Marco Assante.

Se le cause della dispersione scolastica sono preoccupanti, le conseguenze possono esserlo ancor di più. La rinuncia scolastica, infatti, può impedire nell’adolescente una crescita individuale che determinerà poi una serie di difficoltà nell’approcciarsi al mondo del lavoro. Ciò può impattare negativamente sulla salute psicologica ed emotiva del ragazzo o della ragazza che decide di mettere da parte gli studi. La scelta di rinunciare alla formazione, comporta la possibilità di riprodurre svantaggi familiari già presenti in partenza creando una sorta di circolo vizioso dal quale uscire sembra quasi impossibile.

La lotta alla dispersione scolastica è fondamentale per porre le basi alla costruzione di una società equa e giusta, la mancanza della formazione può divenire molto pericolosa specialmente in una società, come lo è la nostra, in cui i social media ed il web sembra essere l’unico veicolo di cui i giovani si servono per conoscere se stessi ed il mondo. Ma, come ben sappiamo, il mondo dei social media può essere al tempo stesso estremamente pericoloso e se non è accompagnato da una giusta educazione culturale, può provocare danni importanti. Ed è proprio per questo che la scuola e la famiglia si presentano come i principali luoghi in cui sconfiggere le disuguaglianze, sconfiggere la dispersione scolastica e donare ai nostri giovani la possibilità di vedere il mondo come un campo infinito di possibilità, di stimoli, di divertimento e responsabilità verso se stessi e verso il prossimo. Far conoscere ai nostri ragazzi la bellezza di un racconto, la profondità di una poesia, l’affascinante complessità dei numeri o l’importanza della storia, aiuterà soprattutto loro ad essere consapevoli cittadini di questo pianeta.

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