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Disabile giù dalla finestra a Roma, indagati quattro agenti. Il depistaggio del suicidio

Inchiesta per tentato omicidio e falso. Sospetti sulla ricostruzione del blitz nella relazione di servizio inviata ai pm

Disabile giù dalla finestra a Roma, indagati quattro agenti. Il depistaggio del suicidio
Disabile giù dalla finestra a Roma, indagati quattro agenti. Il depistaggio del suicidio
di Valeria Di Corrado e Camilla Mozzetti
Articolo riservato agli abbonati
Giovedì 15 Settembre 2022, 00:01 - Ultimo agg. : 16:18
4 Minuti di Lettura

 Sono stati iscritti sul registro degli indagati quattro agenti del commissariato Primavalle, tra quelli intervenuti a mezzogiorno e mezzo dello scorso 25 luglio nell’appartamento dove viveva la famiglia bosniaca Omerovic, a Roma. Si tratta di un atto dovuto, necessario per fare gli accertamenti di rito e a garanzia degli stessi indagati.

APPROFONDIMENTI
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Le accuse contestate dalla Procura capitolina, a seconda delle posizioni, sono di tentato omicidio e falso. Hasib Omerovic, 36enne disabile di etnia rom, è caduto giù dalla finestra della sua camera da letto, che a quanto risulta era aperta. È precipitato da 9 metri di altezza, cadendo in piedi. L’inchiesta del pubblico ministero Stefano Luciani, affidata al lavoro degli investigatori della Squadra Mobile di Roma, dovrà stabilire quale sia la causa di questo tragico evento.


LA RICOSTRUZIONE
Quel che è certo è che i quattro poliziotti che hanno bussato alla porta dell’abitazione al piano rialzato di via Gerolamo Aleandro, nel quartiere popolare di Primavalle, non avevano un mandato di perquisizione della Procura. È stato un intervento di iniziativa, non legato ad una attività delegata dall’autorità giudiziaria, ma dalle proteste di alcuni residenti che accusavano Hasib su Facebook di aver importunato delle ragazze. Una telefonata al commissariato sarebbe arrivata anche quel 25 luglio, tant’è vero che i quattro agenti si sarebbero mossi dopo aver avvisato la vice dirigente, accorsa sul posto dopo che il 36enne è precipitato nel cortile interno.


LA RELAZIONE DI SERVIZIO
Nella relazione di servizio è stato scritto che alle 12,29 personale del commissariato Primavalle è intervenuto in via Gerolamo Aleandro «per identificare un cittadino bosniaco, il quale, a seguito del controllo, si è gettato dalla finestra di casa, cadendo nel cortile condominiale. Soccorso dal personale del 118, è stato trasferito al policlinico Gemelli». Sulla base di questa segnalazione arrivata in Procura, che lasciava appunto intendere si trattasse di un tentato suicidio, il pm di turno non ha disposto accertamenti o delegato indagini. 
D’altronde non c’era stato un decesso, né c’era il “fumus” di una condotta dolosa o colposa. Il fascicolo, quindi, è stato aperto senza ipotesi di reato. Proprio le omissioni e le incongruenze della relazione di servizio hanno portato, successivamente, i magistrati a ipotizzare il reato di falso in atto pubblico.


LA DENUNCIA
Solo grazie alla denuncia dei familiari della vittima, presentata il 10 agosto, il quadro indiziario è apparso decisamente più grave. La sorella minore di Hasib, l’unica a essere presente con lui nell’appartamento quella mattina, ha dichiarato di aver visto gli agenti picchiare il fratello e spingerlo giù dalla finestra. Ma gli inquirenti hanno dubbi sulla sua attendibilità di testimone oculare; non solo perché anche lei ha una grave disabilità, ma perché probabilmente si trovava in una stanza che non le consentiva di osservare la scena.


INQUINAMENTO PROBATORIO
Il ritardo di 15 giorni nell’avvio delle indagini ha comportato anche un inquinamento delle prove. Basti pensare che le lenzuola macchiate di sangue e il bastone spezzato di una scopa, trovati nell’appartamento, sono stati sequestrati solo il 12 agosto. Ora sottoposti agli accertamenti della polizia scientifica per trovare le tracce di dna di vittime e carnefici. Dai racconti di alcuni vicini di casa, infatti, sembra ci fossero frequenti liti in famiglia, visto che sentivano le urla dei fratelli. Il procuratore capo Francesco Lo Voi, con il fermo aiuto della Squadra Mobile e della Questura di Roma, non vuole trascurare nessun dettaglio nell’indagine. Per questo gli accertamenti sono stati allargati anche ad altri quattro poliziotti della catena di comando del commissariato Primavalle. L’obiettivo è verificare se ci siano state omissioni o favoreggiamenti. Intanto Hasib, sordomuto dalla nascita, si trova ancora in coma al policlinico Gemelli con svariate fratture. Le sue condizioni sono in leggero miglioramento: non è più in pericolo di vita, ma resta un quadro clinico complesso alla luce dei tre interventi chirurgici a cui è stato sottoposto.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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