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Una città, una squadra
Cinquanta sfumature d'azzurro. E un tripudio di bandiere che fa di Napoli la città più colorata del mondo. Suoni, colori e lacrime per un'impresa che travalica lo sport e parla a tutti. Ai bambini di Napoli, che potevano solo immaginare. E ai loro padri, che potevano solo ricordare. Brindiamo al Dio del Pallone che non ha voluto, a queste latitudini, due squadre in competizione tra loro. Perché solo a Napoli il processo di identificazione è totale - Napoli non ha una squadra di calcio, Napoli è la sua squadra di calcio - e regala emozioni, adrenalina e carburante per il futuro.
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Genio e regolatezza
Cinquanta sfumature d'azzurro.
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In direzione ostinata e contraria
Cinquanta sfumature d'azzurro. E un presidente, De Laurentiis, che questo scudetto lo ha vinto nuotando controcorrente, in direzione ostinata e contraria. Senza indulgere alla tentazione di disfarsi del club, magari vendendolo a opachi fondi d'investimento stranieri; e senza timore di entrare in collisione con mezza città, soprattutto con quella parte della tifoseria che gli contestava, nella prima parte del campionato, un mercato senza frizzi, lazzi e triccheballacche. Preistoria.
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È stato il piede di Dia
Cinquanta sfumature d'azzurro. E tra tanto azzurro una sfumatura piccina: quella granata, il colore della Salernitana. I cui tifosi, ebbri di gioia per aver rimandato di qualche giorno, grazie al piede di Dia, la grande festa del Napoli, hanno sbandierato fuori dal vaso. Colpisce, come ha osservato uno scrittore che conosce bene entrambe le città, Diego De Silva, questo «costante e provincialissimo misurarsi con una delle più affascinanti città del mondo». Prova d'invidia, più che di campanilismo.
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Da New York con passione
Cinquanta sfumature d'azzurro. La pennellata di Bill De Blasio, ex sindaco di New York, l'uomo venuto dal Sannio per diventare il cittadino più illustre della capitale del mondo: «Una vittoria storica - ha detto al nostro Gerardo Ausiello - che va ben oltre i confini dello sport. Per una città così a lungo non rispettata e non compresa, questo è un momento trionfale».