Arrivano i clienti nel resort di lusso nato dalla riqualificazione di Villa Sacro Cuore a Velia. Ieri mattina i primi check-in. Già prenotate tutte o almeno in gran parte le 149 stanze realizzate con la ristrutturazione della struttura di proprietà della Diocesi di Vallo. Un intervento finito nell’occhio del ciclone, con polemiche sollevate da ambientalisti e parlamentari. Un polverone che non ha scalfito la posizione della Curia («La struttura era in decadenza andava ristrutturata») e degli amministratori locali («I lavori sono stati eseguiti con tutti i permessi necessari»). In occasione dell’apertura, parla Stefano Brunetti, amministratore di Futura Vacanze, il tour operator italiano specializzato nel turismo di flussi nazionali e internazionali che ha investito con un imprenditore di Vallo nei lavori di ristrutturazione: insieme gestiranno Resort Eleamare club, questo il nome scelto per la nuova struttura.
«È un lavoro in cui abbiamo creduto sin da subito e di cui andiamo molto fieri - dice Brunetti - gli interventi ci hanno tenuto impegnati negli ultimi tre anni e ora è sotto gli occhi di tutti che abbiamo realizzato una struttura di altissimo livello, situata in una posizione meravigliosa tra il mare e la torre di Velia, da qui la scelta del nome Eleamare.
Sui termini degli accordi tra i gestori e la Diocesi nulla trapela. Sarà pagato un canone di affitto. I lavori di ristrutturazione sono costati invece circa sette milioni di euro. Una cifra importante che la Diocesi non avrebbe potuto facilmente sostenere. Da qui la decisione di affidare a privati il recupero di Villa Sacro Cuore, che ormai versava in condizioni preoccupanti. Anche decidere per l’abbattimento avrebbe significato tirar fuori non pochi soldi. L’idea è stata dunque quella di recuperarla. Già negli ultimi anni la Villa funzionava con finalità di ricezione. Non è stato necessario neanche chiedere il cambio di destinazione d’uso. Villa Sacro Cuore fu realizzata nel 1965, prima della nascita dei vincoli paesaggistico-ambientali e prima che maturasse in Italia una consapevole cultura ambientale e di tutela dei beni archeologici. Successivamente la struttura non è stata modificata ed è stata utilizzata come scuola e come sede di colonia estiva per tanti anni e per tanti ragazzi. Nel 2004 una parte della struttura è stata autorizzata all’esercizio di attività extralberghiera di case per ferie. Don Virgilio, il parroco che gestiva la struttura, è andato avanti per diversi anni. Quattro anni fa, all’indomani del suo decesso, la Diocesi ha dovuto decidere cosa farne. Nel resort è stata comunque rispettata l’origine pastorale della struttura, con una chiesa e un’area riservata alla Diocesi. Qualche cittadino ha avanzato la richiesta al vescovo di devolvere parte dei guadagni in opere di beneficenza. Tra i primi a visitare il resort il sindaco di Ascea Pietro D’Angiolillo, che ripete: «È stata riqualificata l’intera arra, la struttura da ossigeno all’economia locale e migliora il livello occupazionale, dando la possibilità al nostro territorio di poter ospitare tutto l’anno anche gite scolastiche per visitare il parco archeologico di Elea-Velia e per scoprire i tesori del Cilento».