Buccino, Fonderie Pisano all'attacco: richiesta la certificazione per la valutazione di impatto ambientale

Le Fonderie Pisano tornano a chiedere la valutazione di impatto ambientale per delocalizzare a Buccino

L'area di Buccino individuata per delocalizzare le fonderie Pisano
L'area di Buccino individuata per delocalizzare le fonderie Pisano
di Margherita Siani
Venerdì 21 Aprile 2023, 06:45 - Ultimo agg. 15:05
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Le Fonderie Pisano tornano a chiedere la Via, la Valutazione di impatto ambientale, alla Regione Campania. La richiesta di “Verifica Via per progetto fonderia di ghisa di seconda fusione” figura tra quelle che attendono un esito da parte degli uffici.

Il plico, con il progetto da 40 milioni di euro e con gli atti necessari, sono ora in preistruttoria, quindi i funzionari lo hanno acquisito ed, evidentemente, lo stanno valutando o si apprestano a farlo. Dopo nove mesi dalla medesima richiesta di Via che fu fatta, era luglio dello scorso anno, le Pisano ci riprovano. All’epoca, già in fase di preistruttoria, la richiesta fu archiviata dal momento che le norme di riferimento per tale autorizzazione non erano state osservate. Gli uffici la ritennero “inadeguata” al punto da respingerla, senza nessuna possibilità neppure di integrazioni. Ne seguirono polemiche, anche da parte del vice presidente della Regione, Fulvio Bonavitacola, che valutò quella maldestra richiesta di Via presentata, una volontà a non procedere. Ora i Pisano ci riprovano. 


Sul sito della Regione non ci sono allegati, bisognerà così attendere le valutazioni su progetto e incartamenti per la Via per capire stavolta cosa hanno presentato e se hanno rispettato tutte le normative di riferimento. Questo atto importante per procedere con la delocalizzazione dell’impianto di Fratte nell’area industriale di Buccino, con la costruzione del nuovo stabilimento nel lotto della ex Metalli e Derivati acquistato dall’Asi e puntualmente pagato con le rate stabilite nel contratto stipulato, è la piena dimostrazione che i Pisano non hanno affatto cambiato idea.

Resta in piedi, in ogni caso, quel carico di azioni giudiziarie e progettuali che sono in itinere. Il progetto, la richiesta di Via, la manifesta volontà a delocalizzare per effetto di quest’atto ulteriore, ci sono. Ma c’è anche il fronte giudiziario, autentica mina vagante di questa vicenda, oltre a quello di azione popolare. 

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In particolare, resta in piedi il ricorso al Consiglio di Stato che il Comune di Buccino ha presentato nel dicembre del 2020, quasi due anni e mezzo fa, e che ancora non è stato discusso, né una udienza è stata mai fissata. Intanto, se fino ad ora si immaginava che i Pisano non si fossero costituiti, da fonti aziendali invece viene alla luce che ciò non è. Che i Pisano si sarebbero costituiti già nel dicembre del 2020 attraverso gli avvocati Lentini e Follieri. Quale sia la ragione per cui, da allora, l’udienza non si sia tenuta, è tutto un mistero. Ritardi nella fissazione da parte del Consiglio di Stato? Mancata sollecitazione dei legali a procedere con celerità? Il tempo “infinito” non sembra in ogni caso compatibile con un giudizio di una questione peraltro importante ed impellente. Al di là dei progetti o degli atti amministrativi da produrre, la questione ricorso sembra l’unica al momento che potrebbe dare davvero o il fermo all’insediamento o il via libera ad esso.

Il Consiglio di Stato, infatti, si dovrà pronunciare sulla variante al Puc che il consiglio comunale di Buccino ha approvato nel 2018, variante che circoscrive gli insediamenti nuovi nel proprio perimetro industriale solo ad attività agroalimentari, fatte salve le attività già in essere. Il Tar dette già ragione ai Pisano, da qui il ricorso al Consiglio di Stato del soccombente Comune di Buccino. Ma sarà solo questo grado della giustizia amministrativa a scrivere la parola fine sulla legittimità o meno di quella variante. Il Comune, in realtà, ha una sola prerogativa sull’area industriale, quella urbanistica, l’unica che Buccino ha potuto far valere sul piano delle proprie azioni amministrative. La delocalizzazione a Buccino si trascina da quasi sei anni con la stragrande maggioranza di Comuni dell’area sud che ha detto no e con un fronte popolare che non ha mai sciolto le fila.

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