Salerno, medici di base: Cilento sguarnito molti rifiutano l'incarico

Nel corso dell'assegnazione degli incarichi ai medici di base, il caso Cilento: molti rifiutano l'incarico

Un medico di base
Un medico di base
di Ettore Mautone
Venerdì 30 Giugno 2023, 05:40
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È la provincia di Salerno - in particolare le aree interne del Cilento - quella più disertata dai medici di famiglia che in quasi 400 hanno partecipato a Napoli, nell’Aula Magna della Scuola di Medicina dell’Ateneo Federico II, alla recente maxi assegnazione dei presidi medici territoriali nelle zone sguarnite di tutte le province campane. Dopo tre giorni di appelli, verifiche della disponibilità ai trasferimenti (interregionali e intra provinciali che hanno la precedenza) e attese del disco verde all’accettazione degli incarichi assegnati, nel salernitano risultano non assegnate ben 42 zone carenti. Studi di medicina generale che rischiano di restare chiusi e che ora vanno riproposti ai giovani specializzandi che stanno seguendo il corso triennale di formazione in Medicina generale e che, con le nuove norme, possono iniziare a lavorare subito acquisendo fino a un massimo di mille pazienti da assistere appunto in zone carenti non assegnate. Lo stesso numero di pazienti che, in base ad un emendamento al decreto legge Inps, approvato in via definitiva al Senato, potranno essere seguiti anche dai medici di guardia medica (notturna e festiva). Anche questa una decisione assunta per ovviare alla carenza dei camici bianchi di famiglia lungo lo Stivale. 


LA FOTOGRAFIA
È lungo l’elenco dei Comuni della provincia di Salerno disertati: si va dai 7 dottori che mancano in città nei vari quartieri a Nocera inferiore, Angri (dove di medici ne mancano 2), Cava De’ Tirreni (2), Scala, passando per Conca dei Marini, Tramonti, Positano. E poi grandi ancora Eboli (2), Campagna, Oliveto Citra, Buccino Battipaglia, Bellizzi, Ogliara, Giffoni 6 Casali (2), Giffoni Valle Piana (2), Giungano, Bellosguardo, la frazione Galdo di Pollica, Vibonati, Torre Orsaia, Torraca, San Giovanni a Piro, Rofrano, Morigerati, Camerota, Buonabitacolo. Tutte aree non assegnate per mancanza di medici disposti a trasferirsi in questi luoghi. Non mancano defezioni anche nelle altre province sebbene meno numerose: 5 in Irpinia (Nusco, Aquilonia, Conca della Campania e Lauro), Cellole in provincia di Caserta. Nel napoletano pagano pegno le isole con zone scoperte ad Anacapri, Ischia, Barano e Serrara Fontana, Forio (3). Poi molti comuni della periferia nord (Marano a Torre Caracciolo, Villaricca Marano, Casavatore, Caivano, Acerra e Casalnuovo). Infine San Giorgio a Cremano (3), Pompei (2), Santa Maria La Carità, Sorrento e Vico Equense (2). «La mancanza di assistenza sanitaria di base e il ridimensionamento scolastico – avverte Pina Tommasielli, dirigente della Fimmg, principale sindacato della categoria - sono ulteriore causa di desertificazione dei nostri territori a cui non potremo sopperire (come accade al Nord) sovrapagando i medici che si trasferiscono. Un effetto nefasto che sarà reso irreversibile dall’autonomia differenziata. Esistono ormai anche tra di noi i “gettonisti” e addirittura i pensionati, teoricamente arruolabili grazie alle novità di legge, che se ne vanno al Nord pagati a 800 euro al giorno oppure impiegati in cliniche private convenzionate, guardie mediche e altri servizi altrettanto carenti».

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