Camerota, minacce a Vassallo, il sindaco risponde: non può chiamarci mafiosi

Il sindaco di Camerota a Dario Vassallo dopo le minacce di morte: non può definirci mafiosi

La frana sul costone roccioso di Camerota al centro della polemica
La frana sul costone roccioso di Camerota al centro della polemica
Mercoledì 5 Aprile 2023, 11:25 - Ultimo agg. 11:35
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Dopo la denuncia di Dario Vassallo, presidente della ominima Fondazione, riguardo a presunte minacce ricevute, arriva una  nota del sindaco di Camerota, Mario Salvatore Scarpitta.

«Ho appreso attraverso gli organi di stampa dei messaggi intimidatori vergognosi rivolti a Dario Vassallo, fratello di Angelo Vassallo e presidente della Fondazione che da anni si batte per cercare la verità sull’omicidio del sindaco pescatore di Pollica - si legge - Messaggi nei quali si dice: prendi del tritolo e fatti saltare in aria. L’assenza non mancherà a nessuno». Ricordiamo che il commento indirizzato a Dario Vassallo è stato fatto a margine di una polemica relativa ai lavori di rimozione di una vecchia frana lungo la strada del Mingardo, in località Cala del Cefalo, all’altezza dello scoglio della Vela, a Marina di Camerota. 

«Al dottor Vassallo, che non ho mai avuto il piacere di incontrare e conoscere, va la mia solidarietà - scrive il sindaco Scarpitta - Ma, insieme a questo messaggio di vicinanza, ci tenevo a fare alcune precisazioni che sono doverose per non spostare l’attenzione dell’argomento su altro. Premetto che come primo cittadino faccio parte di un gruppo Whatsapp che comprende oltre 160 imprenditori del settore del turismo di Camerota.

In questo gruppo, all’indomani dei post social del dott. Vassallo dove accostava la parola «mafia» al Comune di Camerota, i cittadini hanno espresso il proprio disappunto e si è aperta una discussione. Nel mezzo del confronto, ho inviato un messaggio vocale dove esprimevo il mio pensiero e dove invitavo apertamente i cittadini a rispondere al dott. Vassallo facendo capire con forza che la nostra gente e il nostro Comune non può essere accostato alla parola «mafia» e «mafiosi». 

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« Il messaggio audio - come ampiamente previsto perchè già successo in precedenza in altre occasioni - è stato inoltrato da uno degli utenti presenti nel gruppo, a Dario Vassallo che, probabilmente, ha travisato il contenuto o, forse, volutamente, ha voluto riportare solo parte di quel messaggio misto a commenti social che non mi appartengono - prosegue - la frase minatoria  non è stat nè pronunciata, nè scritta, nè mai lontanamente nemmeno pensata dal sottoscritto.  Affermare che dopo aver ricevuto il messaggio audio  Vassallo avrebbe iniziato a ricevere messaggi e atti intimidatori, è fuorviante e soprattutto le due cose non sono assolutamente collegate, come al contrario fa capire il dott. Vassallo nella nota che è stata inviata ieri alla stampa. Io, da sindaco di Camerota, senza mai aver conosciuto Dario Vassallo, e soprattutto senza che lui conosca la mia storia, di uomo e di imprenditore, prima che di primo cittadino, sono stato attaccato più volte senza alcun motivo o, forse, solo reo di aver sostenuto, durante la campagna elettorale delle elezioni regionali della Campania, l’avvocato Franco Alfieri candidato tra le fila del Pd. Stessa sorte è toccata e continua a toccare a diversi sindaci del comprensorio. Non ho mai risposto, non ho mai controbattuto, nè ai post di Dario Vassallo, nè a quelli del segretario Gerardo Spira. Lo faccio adesso perchè la polemica si è trasformata in pesanti accuse infondate. Lo faccio adesso perchè ho agito da sindaco e quindi da primo cittadino del Comune che amministro e, come tutti i sindaci, Dario Vassallo questo me lo può largamente asserire, quando si vedono toccati ingiustamente il territorio al quale hanno dedicato vita e sacrifici, alzano lo scudo e lo difendono con ogni mezzo, in ogni modo.  A Dario Vassallo vorrei dire che se questa amministrazione da me guidata, ha toccato la falesia patrimonio dell’Unesco e non ha agito su una vecchia frana (come invece dimostrano le immagini aeree scattate prima delle operazioni di brillamento), sarà la magistratura a stabilire eventuali responsabilità, non certo un processo social e mediatico messo in piedi ad hoc senza nemmeno mai aver visitato il luogo teatro degli interventi. Forse, però, Dario Vassallo un passaggio che può tornare utile nel comunicato stampa lo ha inserito. Tra le ultime righe infatti si legge: «[…] Le parole di quell’audio, se male interpretate, possono diventare…».

Ecco, se mal interpretate. Proprio così. Cercare in modo ostinato di scovare del male ovunque, induce facilmente in errore, non solo chi scrive ma soprattutto chi legge. Dare poi in pasto alla stampa tutte queste frasi messe forzatamente vicine tra loro, può rivelarsi davvero pericoloso.  Infine, cosa molto importante, fondamentale per sgomberare il campo da ogni possibile dubbio, chiedo espressamente a Dario Vassallo di rendere note le generalità e di denunciare l’autore del commento riportato nella nota stampa».

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