Costiera amalfitana in overbooking: i turisti cercano casa anche nell’Agro-nocerino

Molti turisti preferiscono cercare alloggio nell'Agro noceirno e poi spostarsi con i bus in Costiera amalfitana

veduta della Costiera amalfitana
veduta della Costiera amalfitana
di Lucia Serino
Martedì 9 Gennaio 2024, 06:05 - Ultimo agg. 10 Gennaio, 20:06
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L’ultima volta che qualcuno avrà orecchiato una lingua non autoctona al corso di Pagani o a quello di Sant’Egidio sarà stato nell’estate del ’43. Dopodiché più si piantavano palazzi al posto degli alberi e più l’agro nocerino – industrializzato e deindustrializzato in mezzo secolo – si manteneva rigorosamente lontano da ogni traiettoria turistica, attraversato e sistematicamente ignorato da chi sceglieva i 40 minuti del Valico di Chiunzi per arrivare in Costiera. Pochi, in verità, perché, curva per curva, tanto vale fare quelle vista mare da Salerno. Non è più così, da almeno un paio di anni, non perché nel frattempo l’allure dell’indistinto Agro, fetta del più grande agro vesuviano, sia cambiato in meglio ma perché c’è una parolina magica, la dinamica spontanea del mercato, che orienta gli erranti delle vacanze verso un nuovo village people a prezzi bassi ma non troppo a due passi, via Sita, dalla Divina e da Pompei, raggiungibile anche a piedi, per chi se la sente.

Provate a fare una ricerca sui principali motori di case vacanze e B&B per una settimana di sollazzo estivo tra Maiori e Amalfi, ordinandola per prezzi. È evidente che ci provano da tutto il mondo, quando scende il prezzo scende anche la freccia di Google maps oltre Tramonti proponendo trionfalmente la soluzione che cercavi tra Corbara, Sant’Egidio, Pagani, Angri, roba inimmaginabile solo un paio di anni fa. Inimmaginabile vedere trolley trascinati alle fermate dei bus, informazioni su Unico Campania chieste in inglese da comitive greche, ragazze e ragazzi argentini che raggiungono coetanei occupati nelle brigate di cucina degli hotel a due passi da qui. È l’overbooking turistico della Costiera che spinge giovani ma non solo da queste parti e che sta determinando, in proporzione, un aumento dei prezzi a notte, 80 euro nessuno li avrebbe spesi per dormire a piazza Sant’Alfonso a Pagani, con tutto il rispetto per la chiesa del Santo. C’è, in verità, anche un altro distretto che avanza e che spinge sull’indotto immobiliare, è quello delle scuole private, ce n’è una nutrita presenza che prolifera da queste parti con un bacino di utenza ormai nazionale e la necessità di pernottamenti per i periodi di frequenza. Insomma se la globalizzazione ha interrotto l’epopea delle vacanze all’ingrosso tra la Torre Normanna e il Castello di Maiori, quella Pagani beach i cui nuclei familiari si narra occupassero case tutta l’estate dormendo a turno (ma ogni epoca ha le sue leggende, si sa), è la stessa globalizzazione che apre porte e finestre su un’area del Salernitano che vende tomato ai giapponesi, esporta frutta in Israele (la guerra non fa registrare contrazioni), non riesce a concepire servizi di sistema tra i paesi attaccati e fa più interventi sugli svincoli autostradali che sulle facciate urbane. Tra affittacamere, rooms e pretenziose luxury suite si strutturano anche offerte culturali per i nuovi nomadi del turismo, per esempio a Nocera Superiore attorno all’area archeologica, o a Pagani dove è stato finanziato un cammino tra i vari luoghi alfonsiani (da Ciorani di Mercato San Severino a Sant’Agata dei Goti). È ancora poco, a parte quello che appartiene alla storia dei luoghi, ma c’è da scommettere che l’industria della fantasia che da queste parti non è mai mancata allargherà i suoi conti di stagione in stagione.

Chi, venendo da Maiori o da Ravello, non si è mai fermato al valico per almeno tre opzioni, sorbetto al limone, pannocchia bollita al sale e vaschetta di “per e muss”? Fate una capatina a Sant’Egidio, chi prima andava a destinazione col carretto ora è diventato stanziale, sala interna, veranda coperta e parcheggio.

I turisti si aspettano qui, in casa, giusto?

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