Salerno, l'allarme dei sacerdoti: «Attenti ai veggenti, miracoli a poco prezzo»

Nel mirino dei preti di Sant'Eustachio il gruppo del Gallinaro e non solo: anche nella nostra comunità ci sono segnali di questo fenomeno, siamo preoccupati

I sacerdoti che hanno firmato la lettera
I sacerdoti che hanno firmato la lettera
di Giuseppe Pecorelli
Mercoledì 20 Marzo 2024, 05:35 - Ultimo agg. 21 Marzo, 06:45
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«Veggenti: miracolo a poco prezzo». È il titolo di una lettera, distribuita e pubblicata anche sui social network, che la comunità sacerdotale e un diacono della parrocchia salernitana di Sant’Eustachio, nella zona orientale, rivolgono ai fedeli mettendoli in guardia dal partecipare a «incontri fuorvianti e lontani dalla Chiesa».

Il riferimento del parroco, don Nello Senatore, del vicario don Walter De Stefano, di don Pasquale Mastrangelo e don Roberto Faccenda, ai quali si aggiunge il diacono Giuseppe Criscuolo, è solo in parte al gruppo denominato Bambino Gesù di Gallinaro o Nuova Gerusalemme, sottoposto a scomunica canonica da parte di papa Francesco nel 2016 e citato esplicitamente nel testo. La comunità, che ha origine negli anni Settanta nella provincia di Frosinone, è attiva in altre zone d’Italia. Aderenti al gruppo sono presenti anche in provincia di Salerno: a Fisciano, Mercato San Severino e Castel San Giorgio.

Sempre nel territorio diocesano di Salerno-Campagna-Acerno, ma in provincia di Avellino, a Montoro. E nel capoluogo dove, nelle ultime settimane, si sono moltiplicati manifesti di invito a partecipare ai pellegrinaggi al comune del frusinate. Ma, in realtà, il discorso dei sacerdoti di Sant’Eustachio è più ampio e va ben oltre il singolo gruppo.

«Avendo saputo – scrivono – che nelle nostre zone ci sono veggenti o presunti tali, ci corre obbligo di richiamare che i veggenti non possono autodichiararsi tali e devono essere riconosciuti direttamente dalla Chiesa».

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Sacerdoti e diaconi ricordano ai fedeli i segni premonitori per la veggenza: partecipazione alla vita eucaristica, coinvolgimento nella comunità parrocchiale, gratuità del servizio, vivere la comunione con la Chiesa attendendone le decisioni, farsi guidare spiritualmente da un sacerdote, vivere in maniera riservata e silenziosa senza farsi pubblicità, non coinvolgere persone creando circoli privati, avere la consapevolezza di essere servi e non padroni di se stessi o degli altri, non approfittare dell’ignoranza di alcuni. «Ci è giunta voce – scrive don Senatore con i confratelli – che anche nella nostra comunità ci sono segnali di questo fenomeno che coinvolgono anche chi frequenta la parrocchia. Siamo fortemente preoccupati».

«I presunti seguaci – dicono ancora – abbiano la consapevolezza che frequentare veggenti, non riconosciuti tali dalla Chiesa, comporta gravi rischi fino ad autoescludersi dalla comunione della Chiesa. Chi segue i veggenti o partecipa a pellegrinaggi o a incontri da loro organizzati deve assolutamente e indispensabilmente consultare un sacerdote o il parroco. Noi, avendo saputo che le nostre zone o quelle limitrofe, pullulano di queste pseudo esperienze, raccomandiamo alla comunità parrocchiale di evitare la partecipazione e, ove persistesse il coinvolgimento, noi sacerdoti della comunità saremo costretti a richiamare personalmente».

I sacerdoti parlano anche dei «segni che denotano la partecipazione di persone a gruppi di veggenti»: dall’«isolazionismo» alla «presunzione di conoscere i progetti di Dio», dal «ritenersi eletti da Dio» alla «superbia di non accettare le indicazioni dei sacerdoti». Sulla base di queste considerazioni l’esortazione e l’ammonimento a non frequentare più veggenti o gruppi vari, a scoraggiare chi intendesse farlo «in modo deciso e inoppugnabile», ad accostarsi al sacramento della confessione senza omettere la partecipazione a tali gruppi o il rapporto con i veggenti. Un richiamo pastorale, anche per chi fosse solo a conoscenza di tali situazioni senza riferirne, che è reso ancora più forte perché pubblicato nei giorni che precedono la Settimana Santa e la Pasqua.

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