Salerno, infermiere discriminato perchè gay: la denuncia dell'avvocato «Molti testimoni hanno ritrattato quanto precedentemente detto»

Il caso dell'infermiere gay discriminato in ospedale a Salerno, l'avvocato: testimoni non hanno detto la verità, procederemo in sede civile

L'aula del tribunale
L'aula del tribunale
di Petronilla Carillo
Giovedì 28 Settembre 2023, 18:54 - Ultimo agg. 20:05
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«Ci sono state indagini articolate ma, a mio avviso, non sono stati sentiti tutti i testimoni che sono stati indicati da noi e quelli ascoltati hanno ritrattato. Per questo non credo che sia una vittoria da parte delle due persone da noi denunciate per discriminazione professionale e sessuale: lo stesso pm ha dichiarato che le loro testimonianza sarebbero state confermate in dibattimento». La difesa  dell'infermiere omosessuale discriminato, dichiara di essere pronta, a questo punto, a intervenire in sede civile per chiedere il risarcimento dei danni patiti dal proprio assisitito. Ricordiamo che nella denuncia, l'infemriere era stato molto chiaro su quanto era stato detto sul proprio conto: «Dobbiamo metterlo fuori dal reparto», avrebbero commentato il primario e la caposala con i suoi colleghi, «il ricchione se ne deve andare via da qua», e ancora: «devo costringerlo a cambiare reparto». Per questo motivo aveva formalizzato una denuncia nei confronti del primario del reparto presso il quale era in servizio e della caposala facente funzioni. Frasi che gli erano state riportate da più parti alla stessa maniera. tant'è che la difesa della persona offesa aveva stilato una lista di una quarantina di testimoni, «di questi - ha spiegato il legale - ne sono stati sentiti soltanto una decina». 

A questa denuncia i due indagati avrebbero risposto con la richiesta di un provvedimento disciplinare aperto presso la direzione sanitaria, poi sospeso mentre un secondo provvedimento disciplinare a carico dell'infermiere, per uina denuncia da lui presentata al ministero della Sanità sulle condizioni del reparto del Ruggi, lo avrebbe visto penalizzato. 

Prima di questo provvedimento di archiviazione, la magistratura gli avrebbe dato ragione per due volte.

L’uomo, difatti, aveva presentato denuncia per ben due aggressioni subite, una delle quali gli ha provocato la rottura del setto nasale, e due suoi colleghi, uno dei quali un amministrativo, sono anche a giudizio.

LA VICENDA
Tutto avrebbe avuto inizio ad aprile del 2020 quando, nel reparto presso il quale lavorava l'infermiere, è arrivata una caposala facente funzioni. Gli animi si sarebbero un po’ inaspriti e lui non sarebbe risultato, per la sua pressante richiesta di rispetto delle regole e di miglioramento delle condizioni di lavoro del reparto, molto «simpatico» alla sua superiore. Di qui le cose sarebbero poi peggiorate con il Covid e con la richiesta di maggiore sicurezza più volte avanzata dall’infermiere. Insomma, si è entrato in un circolo vizioso nel quale il 44enne è stato inghiottito e dal quale è penalizzato.

«Mi hanno isolato anche dai miei colleghi - racconta  - se io mi allontanavo a prendere un bicchiere d’acqua vengo rimproverato. Altri fumano e a loro non viene detto niente». Insomma, un susseguirsi di episodi che si sono poi materializzati in una vera e propria discriminazione di genere. Tant’è che l’infermiere avrebbe anche chiesto l’intervento dell’Arcigay e dei sindacati che, però, si sarebbe risolto in un nulla di fatto.

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