Frase equivoca durante il consiglio comunale in streaming, l’assessore spiega: «Stavo discutendo in fuori onda sulle espressioni negative e stereotipate contro gli extracomunitari. La mia storia personale mi vede lontanissima da ogni forma di razzismo». La frase finita sotto accusa è stata pronunciata dall’assessore del partito democratico Eutilia Viscardi, nel corso dell’assise che vedeva collegati sindaco, consiglieri e giunta. «Gli extracomunitari puzzano, questo è il problema», si sente in sottofondo, dopo oltre un’ora dall’inizio dell’assemblea, mentre il sindaco, Giuseppe Canfora, si confronta con il consigliere Walter Giordano, esponente della Lega sulla questione sicurezza del centro storico in cui vivono numerosi extracomunitari. Giordano riprende una sua interrogazione consiliare sulla richiesta del «censimento degli occupanti degli immobili del centro storico cittadino». «Il centro storico, da arteria principale del commercio locale e zona vivace e vivibile, è diventato un sobborgo. – dice durante l’assise - Negli ultimi anni ci sono stati episodi di violenza, di paura, come l’ultimo avvenimento della recente una bomba carta contro un negozio. Senza voler fare un discorso che tende a ghettizzare determinate comunità. Bisogna cercare di capire effettivamente questi immobili come vengano locati e condotti dagli inquilini. Sindaco, da massima autorità sanitaria locale, vi è un problema di carattere sanitario dovuto alla presenza massiccia di abitanti di determinati appartamenti in misura maggiore rispetto alla vivibilità di queste zone». Ed è in questo frangente che la frase incriminata si sente come una sorta di “fuori onda” di cui nessuno sembra accorgersi.
La Viscardi ha chiarito la sua posizione. «Mi sono imbattuta in questo filmato - spiega - in cui è registrata una mia frase che apparteneva ad un mio discorso generale, non del tutto ascoltabile nella riproduzione, che difendeva gli extracomunitari, come ho sempre fatto, nella mia vita da chi, mentre si parlava di sicurezza, continuamente richiedeva al sindaco un controllo sanitario solo su zone abitualmente abitate da persone provenienti da paesi non comunitari, basandosi su stereotipi irripetibili che ritengono le condizioni sanitarie disagiate legate alle etnie.