Napoleone: il mio duetto con Guè poi finalmente il disco d'esordio

«C'è chi non rinuncia alla parola amore e chi, come me, non rinuncia alla parola mare».

Napoleone, cantautore di Capaccio Paestum
Napoleone, cantautore di Capaccio Paestum
di Maria Francesca Troisi
Giovedì 12 Gennaio 2023, 14:57 - Ultimo agg. 19:02
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Torna Napoleone (al secolo Davide Napoleone), talentuoso cantautore salernitano (di Capaccio Paestum), già autore di brani di successo per altri artisti italiani (da Michele Bravi a Ivana Spagna). E lancia due uscite scoppiettanti, a cominciare dal featuring «Capa tosta» nel nuovo atteso album di Guè, “Madreperla” (out dal 13 gennaio), in cui condivide la tracklist con il meglio della scena rap italiana. Non solo, pubblica un altro assaggio del suo primo disco, ancora un richiamo alle origini, che contamina sound, intenti e fede calcistica.

Napoleone, un gennaio col botto, a partire dal nuovo singolo, «Appuntamento al Lungomare». Di nuovo il mare e la tradizione...
«Il mare è un elemento comune nelle canzoni composte finora, e anche un tema forte del disco, che uscirà in primavera. Anzi, nell'album non c'è una sola canzone che non contenga questo termine».

Una scelta voluta?
«C'è chi non rinuncia alla parola amore e chi, come me, non rinuncia alla parola mare».

Del resto sono quasi sinonimi per chi è cresciuto in una città come Salerno.
«Direi di sì, il mare è un sentimento, ma anche uno specchio dell'anima.

Nello stesso tempo stimolo e ostacolo dei propri sogni».

Con riferimento alla necessità di trasferirsi a Torino?
«Nel 2016, quando ho cominciato, non era semplice fare musica al sud. Per fortuna qualcosa è cambiato negli anni, anche se le case discografiche sono concentrate per lo più a Milano, quindi il confronto con questa realtà è inevitabile».

Orgoglio per le radici anche nel tifo?
«Soprattutto, anzi la promozione in serie A della Salernitana è stata una specie di portafortuna, visto che ho firmato l’attuale contratto discografico».

L'altra sorpresa d’inizio anno è il duetto nel nuovo disco di Guè: com’è nato?
«In verità mi ha cercato Bassi Maestro, che cura l'intero progetto. Avevano ascoltato dei miei brani, e innamorati del sound mi hanno chiesto di scrivere il ritornello. Insomma, hanno scommesso su di me, un grande attestato di stima».

Lei è una capa tosta?
«Purtroppo sì, a volte è positivo, altre meno, specialmente nel lavoro. Ma ho scoperto la stessa caratteristica anche in Guè, che non a caso ha scelto proprio questo titolo».

È diffusa la convinzione che sia un timido, è così?
«Non so perché continuino a chiedermelo! Più che timido, sono riservato, parlo quando ho qualcosa da dire, altrimenti taccio».

Come reagisce ai messaggi delle fan?
«Mi fanno piacere, ma contemporaneamente m’imbarazzano, perché non sono abituato alle attenzioni mediatiche».

Non è abituato al successo?
«Successo? Forse è cambiata la percezione degli altri nei miei confronti, ma io sono rimasto lo stesso».

Scoperto da Paola Balestrazzi (Sony Publishing Italy), l'ha conquistata davvero con le canzoni o piuttosto con le mozzarelle?
«Prima con le canzoni, poi ha assaggiato le mozzarelle di Paestum. Alla Sony conoscevano solo quelle di Caserta! Adesso, ogni volta che torno su, riempio la valigia».

Cos'è questa storia di un intero tour in Panda?
«Racconto un aneddoto: la scorsa estate, in cartellone a Riccione per Deejay on Stage, ci chiesero se avevamo bisogno del transfer per il palco, il solito Mercedes con vetri oscurati. Ebbene, ingenuamente e poco avvezzo a queste pratiche, rispondo che abbiamo già la nostra macchina, la Panda. Alla fine ci hanno persino fatto i complimenti per l'idea, anche se non era programmata. Così abbiamo sfidato la macchina, e ha resistito».

Visto la popolarità conquistata, la prossima tournée come la farà?
«In realtà stiamo pensando di replicare, e farci sponsorizzare con il nuovo modello di Fiat Panda. Originale, no?»

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