Ravello, il video rivela: il bus andava piano, il muretto si è sbriciolato

Si torna a circolare sull'ex strada regionale 373 dopo l'incidente mortale

Il muro sbriciolato
Il muro sbriciolato
di Mario Amodio
Mercoledì 10 Maggio 2023, 04:15 - Ultimo agg. 16:36
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Si torna a circolare sull’ex strada regionale 373, che unisce Ravello al bivio di Castiglione. Da ieri pomeriggio, quando è giunto il via libera dei tecnici della Provincia di Salerno, ente proprietario dell’arteria lungo la quale si è consumata la terribile tragedia di lunedì che ha causato la morte di Nicola Fusco, il giovane autista di Agerola, volato con il bus di cui era alla guida nella scarpata sottostante il curvone di Cigliano.

E qui, lungo il fianco della montagna, sono intervenute diverse squadre di rocciatori della ditta Cardine che hanno effettuato un complesso intervento di bonifica, procedendo al disgaggio di arbusti e massi resi pericolanti dalla caduta del bus, un Mercedes 404 da 39 posti che poco prima aveva trasferito a Ravello una comitiva di turisti.

Il tratto da mettere in sicurezza, nel frattempo completamente ripulito dai detriti lasciati dal mezzo che giace ancora incastrato nella sottostante pedonale per Atrani, è quello sottostante alla curva a gomito da cui il bus turistico è volato giù. La strada, ricordiamo, è di competenza della Provincia e non dell’Anas.

Intanto proprio in quel punto, teatro del drammatico incidente, la carreggiata è stata notevolmente ristretta per effetto del sequestro dell’intera corsia esterna e del muro che la costeggiava. Un parapetto che non solo non rispetta, per altezza, gli standard di sicurezza, ma che si sarebbe sfarinato sotto il peso dell’autobus turistico.

Infatti, le immagini registrate dalle telecamere di un impianto di videosorveglianza di una struttura ricettiva ubicata nella collina dirimpetto hanno restituito agli investigatori la sequenza del drammatico incidente. Anche se al vaglio della magistratura ci sono tutte le ipotesi (è stato ordinato anche il sequestro dell’autoveicolo mentre per la salma dello sfortunato 29enne di Agerola è stato disposto l’esame autoptico) le immagini cristallizzerebbero una presunta situazione di pericolo a quanto pare determinata dal manto stradale sdrucciolevole a causa della pioggia insistente e la mancata tenuta del muro che delimita la carreggiata dal precipizio. Il bus, poco più lungo di nove metri, pare procedesse lentamente in quella curva e, probabilmente slittando, si sarebbe adagiato già in sottosterzo al muretto. Che si è sbriciolato aprendo il vuoto dinanzi a quel mezzo pesante poi rimbalzato sulla roccia prima di affossarsi sulla pedonale via Valle del Dragone dove è rimasto incastrato tra il muro a secco su cui poggia la soprastante provinciale e quello di un’abitazione. Nell’impatto violento il corpo del povero Nicola è stato sbalzato giù rovinando per almeno altri venti metri. A individuarlo, accanto al letto del torrente, sono state alcune persone che dalla strada e dai fondi circostanti, richiamate dall’assordante boato, sono accorse sul posto. E ieri mattina lungo i punti segnati dagli investigatori (il curvone di Cigliano, la zona dove si trova attualmente la carcassa del bus, che aveva passato la revisione lo scorso 2 febbraio, e l’area a ridosso del rivolo) è nuovamente tornato il pm Carlo Rinaldi accompagnato dal ctu nominato dalla Procura e i carabinieri ai quali sono affidate le indagini. Condotte ad ampio raggio. Sicurezza stradale compresa.

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Intanto, domani, da quel punto maledetto, transiterà la carovana rosa per la sesta tappa del Giro d’Italia. La riserva sul passaggio dei corridori è stata sciolta soltanto nel tardo pomeriggio di ieri al termine di una riunione in Prefettura. Intanto considerato il restringimento di carreggiata (sarà attivo h24 l’impianto semaforico del comune di Ravello) i bus della Sita saranno costretti a collegare Ravello con Amalfi attraverso la Sp2 Tramonti-Maiori. «Il manto di asfalto viene sistemato soltanto in situazioni particolari, come il passaggio del Giro d’Italia di questi giorni. I muretti, alcuni dei quali non superano i 50 cm di altezza, sono bassi, vetusti e di certo non danno alcun senso di sicurezza ed adeguata protezione. Ci viene naturale domandarci: esistono delle norme che andrebbero rispettate?» si interrogano in una nota dall’Associazione per la tutela delle vittime della strada. 

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