Salerno e le dimore fantasma: la grande beffa del weekend

Salerno e le dimore fantasma: la grande beffa del weekend
Lunedì 26 Maggio 2014, 12:00 - Ultimo agg. 12:01
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Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attivit Culturali, si tiene la quarta edizione delle Giornate Nazionali A.D.S.I., manifestazione annuale promossa dall’Associazione Dimore Storiche Italiane. L’hanno presentata cos, con un comunicato e una conferenza stampa. L’incipit come inno alla solennit per una bella iniziativa. Che in quanto bella, pu meritare ampio spazio sui media, anche una pagina di giornale se si vuole offrire un degno itinerario ai tanti in cerca di idee per il weekend. Non può e non deve capitare però, che a consuntivo, arrivino in redazione rabbia e proteste dei cittadini. Si sono fidati dei mezzi d’informazione e dell’autorevolezza della Sovrintendenza, per poi scoprire che quell’iniziativa era bella solo sulla carta (di giornale e di comunicato). Testuale: «In occasione della manifestazione il pubblico ha la possibilità di visitare gratuitamente cortili, palazzi, ville e giardini di antiche dimore che solitamente sono chiuse e assistere a molteplici eventi culturali. In particolare quest’anno l’iniziativa vede il coinvolgimento di numerosi maestri artigiani: marmisti, restauratori, corniciai, liutai, vetrai, ceramisti, bronzisti, argentieri, orologiai, mosaicisti, pittori. Ospiti dei cortili delle dimore storiche, esporranno al pubblico le loro realizzazioni e daranno dimostrazioni delle loro attività». Dove? «A Salerno Palazzo Copeta, via Trotula de’ Ruggiero; e Palazzo Conforti, via Torquato Tasso. Sabato e ieri di tutto questo non c’è stata traccia. L’iniziativa riguardava 200 dimore in tutta Italia. Le due di Salerno alle 16,30 di sabato e ieri mattina alle 12, erano come ogni giorno: chiuso palazzo Conforti, portone aperto a palazzo Copeta nel deserto totale, non un cicerone, non un ciabattino, tantomeno artisti o qualcuno che spiegasse l’iniziativa. Solo un viavai di «lettori» delusi e arrabbiati, invogliati ad andare per poi scoprire che era un giorno come un altro.

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