Salerno, primo giorno in classe
per tre fratellini ucraini in salvo

Salerno, primo giorno in classe per tre fratellini ucraini in salvo
di Gianluca Sollazzo
Martedì 8 Marzo 2022, 06:30 - Ultimo agg. 17:33
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Un nuovo inizio. Una nuova vita. Primo giorno di scuola per Anastasiia, Sofiia, Oleksandr, i tre fratelli ucraini scappati da Leopoli per trovare rifugio a Salerno. Accolti dalla nonna nel quartiere Fratte, i tre ragazzi ucraini frequenteranno le lezioni presso l’Istituto comprensivo San Tommaso d’Aquino di Fratte e Matierno, la prima scuola del capoluogo ad avere spalancato le porte a ragazzi e bambini fuggiti dai bombardamenti della furia bellica scatenata dalla Russia.

«Grazie Salerno per l’accoglienza», le prime parole pronunciate dai tre fratelli. Accolti con cartelloni festosi, palloncini a forma di cuore e abbracci sinceri. Anastasiia è la più piccola, ha 8 anni. Maglioncino rosa e capelli biondi. Le maestre e le compagne di classe l’accolgono nel migliore dei modi: un quaderno e un palloncino sul banco.

«Anastasiia ti voglio bene», il biglietto lasciato da una compagna sul suo quaderno. Sofiia, 11 anni, riceve dalla maestra un palloncino a forma di cuore nella sala laboratorio al primo piano dell’edificio scolastico di Fratte. Oleksandr è il più grande dei tre fratelli, ha 13 anni, non nasconde l’emozione e si mette subito al lavoro. «Non mi aspettavo di essere accolto così - confessa - avevo molti timori, ma sono molto contento e mi piace la scuola». Familiarizzare con l’italiano è il primo passo. L’integrazione avverrà gradualmente con progetti curriculari e pomeridiani di alfabetizzazione linguistica. Il primo giorno è stato quello degli abbracci e delle emozioni. Giunti a Salerno venerdì da Leopoli, i ragazzini ucraini sono stati subito accolti dal comprensivo San Tommaso.

«Immediata e calorosa è stata l’accoglienza da parte degli alunni e di tutto il personale scolastico - racconta la preside, Maria Ida Chiumiento - L’obiettivo di tutta la comunità scolastica è accompagnare questi ragazzi per mano in questa fase delicata e regalare, per quanto possibile, momenti di pace.

L’accoglienza comincia sempre dalle piccole cose, un sorriso, uno scambio di gentilezze, un semplice gioco. Nel corso di questa prima mattinata, sono state realizzate attività laboratoriali in piccoli gruppi, anche con i nostri alunni di origine ucraina, che con grande attenzione e delicatezza hanno svolto il ruolo di veri e propri mediatori linguistici facendoli sentire a casa».

La scuola dell’accoglienza si trasforma in una grande famiglia. «Siamo pronti ad accompagnarli con tutto l’amore e la professionalità - dichiara la professoressa Teresa Greco, referente dell’inclusione scolastica - mettendo in campo tutte le strategie educative non solo per superare insieme questo drammatico momento, ma anche per garantire loro il diritto allo studio». «Benvenuti nella vostra nuova scuola», recita un cartellone preparato dagli studenti di Fratte. Nel cortile un grande cuore disegnato col gesso che unisce Italia e Ucraina.

«È così che la scuola diventa luogo di accoglienza e, allo stesso tempo, di costruzione culturale - dichiara la preside Chiumiento - Sono carica del dramma insopportabile della tragedia della guerra e stamattina ho provato a rincuorarli con un abbraccio». Per i compagni di classe salernitani la giornata di ieri resterà per sempre una esperienza da ricordare.

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«Sono rimasta profondamente toccata da questa esperienza - dice Martina - perché ci aiuta a capire il vero senso della vita e sono contenta di fare qualcosa per loro». Il Comune di Salerno collaborerà con la scuola per offrire ai tre rifugiati ucraini tutta l’assistenza che serve. «Ringrazio la preside del comprensivo di Fratte per la disponibilità all’accoglienza dei tre bambini - dice l’assessore all’istruzione, Gaetana Falcone - Faremo subito sentire i tre fratellini a casa. Dimostreremo che è possibile vivere in Italia, e recuperare la serenità persa dopo giorni terribili. Attiveremo i pasti pomeridiani per questi ragazzi che devono restare a scuola oltre l’orario curricolare. Avranno tutta l’assistenza solidale ed affettiva». 

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