In viaggio sui bus da un paese all'altro:
«Giovani e anziani, non vanno al lavoro»

In viaggio sui bus da un paese all'altro: «Giovani e anziani, non vanno al lavoro»
di Barbara Cangiano
Sabato 28 Marzo 2020, 06:35 - Ultimo agg. 08:39
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Salgono a bordo. Si spostano da un Comune all’altro. E poi ritornano. Non sono i pendolari costretti a lavorare anche in questi giorni difficili. Nè persone che, presumibilmente, si muovono per motivi legati all’urgenza sanitaria. Ma ragazzi e anziani che sembrano aver preso i mezzi di trasporto della Sita come l’occasione per una gita e una boccata d’aria. La denuncia arriva da Rocco Serritella, autista e delegato sindacale Filt-Cgil, che da anni è impegnato su diverse tratte, da Napoli ad Amalfi, dai Picentini alla Piana del Sele.

«Di questi tempi le corse sono semivuote – spiega – e proprio per questo risalta ancora con maggiore evidenza la presenza di persone che non credo si servano del servizio di trasporto per ragioni di lavoro. Semplicemente perché sono troppo giovani o troppo anziani. Noi autisti alla fine conosciamo un po’ tutti i passeggeri, in particolare i pendolari. E ci è sembrato insolito riscontrare delle new entry in un periodo così complicato, dove giustamente si è tenuti a stare a casa e, anche chi non può esimersi dal farlo, si sposta con il terrore negli occhi. Questi invece sono lì come se nulla fosse. Poi ritornano da dove erano saliti dopo metà giornata. Mi chiedo dove vanno? A trovare un amico? A fare una passeggiata? Una leggerezza che rischia di vanificare i sacrifici che tutti stiamo facendo ormai da tempo per contenere il contagio da Covid-19».

I conducenti dei bus non hanno poteri di controllo e, in ottemperanza al protocollo varato dalle organizzazioni sindacali con il governo per rispettare gli standard di sicurezza, a bordo è stata abolita la presenza dei verificatori.
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