Manuela, 21 chilometri con l’esoscheletro: «Darò un messaggio di speranza»

Manuela, 21 chilometri con l’esoscheletro: «Darò un messaggio di speranza»
di Attilio Iannuzzo
Venerdì 24 Agosto 2018, 16:35 - Ultimo agg. 17:01
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Percorrere 21 chilometri non è semplice, ma la sfida di Manuela Migliaccio è ancora più ardua, percorrerli con l’esoscheletro. Dopo quell’incidente fatale, che le tolse l’uso delle gambe, Manuela è riuscita a «restare seduta» solo tre anni, davvero troppi per la sua energia.

Quella foto scattata in Grecia nel 2009 le cambierà la vita: «Persi l’equilibrio – racconta Manuela – e caddi per alcune decine di metri, lo schianto su quella roccia fu fatale». Terapie e cure per la perdita dell’uso delle gambe saranno una costante nella sua vita, ma anche uno stimolo a fare di più, forse di più di quanto facesse prima. Manuela non ha mai corso così tanto. Si rimette in piedi tre anni dopo l’incidente, con l’aiuto di un esoscheletro, un robot prodotto dalla Ekso funzionante a batterie. «Il mio obiettivo – racconta – è quello di lanciare un messaggio sociale, la forza di volontà è il motore essenziale della vita, attraverso la quale possiamo superare ostacoli che ci sembrano insormontabili».

La prima corsa in Svizzera, a Lugano nel 2012, la «Corsa della speranza». Ben 5 chilometri. L’anno dopo a Milano, 6 chilometri. Nel 2015 un inceppo al motore del macchinario non le consente di finire i 10 chilometri previsti e ne perscorre solo due. Ma Manuela non si dà per vinta e supera il record mondiale dei 15 chilometri con l’esoscheletro a Rimini, sempre nel 2015. La grande sfida sarà la Maratona di Lecco, la cosiddetta «mezza maratona» di 21 chilometri, una tappa importante per lei, ma soprattutto per i suoi sostenitori.

«Sono una donna felice, ho voglia di fare tante cose e cerco di farle, il più delle volte riuscendoci così come vorrei». E aggiunge: «Mi sento gratificata quando alcune persone affermano di avere più fiducia in sé stesse seguendo le mie maratone, il mio obiettivo è proprio questo, restituire autostima e dare un messaggio di speranza». Manuela vive a Bologna e si allena in Brianza, ma vorrebbe tornare a Napoli, la sua città natale. «Vorrei tornare a vivere nella mia città – sottolinea – ma ci sono troppe barriere architettoniche – mi farebbe piacere che vi fosse un impegno incisivo dell’amministrazione comunale a rendere più facile la nostra vita in città».
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