«Il paese dei jeans in agosto» di Simona Bosco Ruggeri, un film da influencer

Un cast tutto meridionale

Una scena del film
Una scena del film
di Alessandra Farro
Giovedì 14 Dicembre 2023, 19:31
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Un luogo non definito del Sud Italia, una connessione internet a banda larga e un amore vissuto sui social, “Il paese dei jeans in agosto” è l’esordio alla regia di Simona Bosco Ruggeri che firma anche la sceneggiatura. Con un cast tutto meridionale, dalla calabrese Lina Siciliano al romano Pasquale Risiti, dai napoletani Enzo De Caro, Nunzia Schiano, Rosalia Porcaro e Ludovica Coscione al siciliano Ninni Bruschetta, il film (prodotto da Akita Film, Maremosso e Adler Entertainment) è nelle sale.

«L’idea è nata mentre ero sul bagnasciuga qualche estate fa e mi sono ritrovata ad ascoltare una conversazione tra due signore», spiega la torinese classe ’87. «Una delle due confessava di dover rincasare dal mare prima del tramonto, anche se avrebbe voluto rimanere.

L’altra, allora, le ha chiesto spiegazioni: “Non hai preso la casa qui come al solito?”. “No, ho dato i soldi a mio figlio che fa l’influencer per andare in Sardegna”, ha risposto la prima con lo stesso orgoglio nella voce con cui le madri qualche anno fa avrebbero detto: “No, sto mettendo da parte i soldi per far studiare mio figlio che vuole diventare medico”. Questo mi ha portato a riflettere sulla realtà che viviamo oggi».

Carlo Arato (Risiti), 26 anni, è un ex-concorrente del “Grande fratello” alla ricerca costante di fama, Luisa (Siciliano), 28 anni, dopo aver finto di essere prossima alla laurea, viene derisa da tutti i suoi concittadini. Entrambi vivono in un piccolo paesino immaginario del Sud, riprodotto girando tra Montesano sulla Marcellana, Atena Lucana, Sapri, Vibonati, Paestum e Trentinara. I due confrontandosi scoprono di avere una grande affinità: la stessa passione per i social. La loro relazione, così, è mossa dal bisogno ossessivo e continuo di postare tutto (viaggi, vita quotidiana, momenti privati) sui rispettivi profili, ostentando la loro felicità, fino a quando non raggiungeranno il fatico punto di non ritorno.

La scelta di ambientare il film nel Meridione non è casuale, ma risponde a un intento preciso: esaltare il calore, l’affabilità, la condivisione dei meridionali rispetto allo sterile “share” mediatico a cui si sottopongono costantemente i due protagonisti: «Non avrebbe funzionato al Nord, dove le vicende private restano confinate tra le quattro pareti di casa. Giù si aprono le finestre e si condividono le proprie storie».  

«Succedono cose terribili a causa della dipendenza dai social», continua Bosco Ruggeri. «Ho letto di persone che hanno finto di avere il cancro e di altre che si sono chiuse in cantina per mesi con un green screen alle spalle, fingendosi in vacanza alle Maldive. Non voglio condannare lo strumento, i social non sono né giusti né sbagliati. Chi ha inventato il cuscino, non immaginava che un giorno qualcuno l’avrebbe usato per strangolarci la moglie. Allo stesso modo, i social non sono stati concepiti per creare un distacco tra noi e la realtà, ma purtroppo a volte è quello che capita. Con questo film vorrei portare il pubblico a riflettere sulla pericolosità dell’uso dei social: si possono prendere brutte derive se non ci si ferma un attimo a pensare».

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