Cilento cantautore: Enzo Avitabile infiamma il «Meeting del mare»

Enzo Avitabile
Enzo Avitabile
di Federico Vacalebre
Lunedì 20 Luglio 2015, 11:04 - Ultimo agg. 11:05
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E' uno strano prete, don Gianni Citro, che prima dei concerti del suo ”«Meeting del mare», arrivato alla diciannovesima edizione, porta Carmen Consoli in spiaggia a parlare di spiritualità, o arruola Enzo Avitabile per una messa folk, con tanto di canto devozionale sul tamburo, la tammorra sacra dei rituali popolar-sincretisti se non pagani. Dopo l'anteprima nella sua location tradizionale al porto di Marina di Camerota, quest'anno la kermesse ha conquistato la più affascinante ma meno centrale spiaggia di Lentiscelle, con tanto di camping in riva al mare per i fans più duri e puri e squattrinati.



Dopo la cantantessa ed in attesa della chiusura (il 24 ad Ascea con Marracash ed una maratona hip hop) ieri il clou con Enzo Avitabile ed i suoi Bottari di Portico, una vera cerimonia laica del ritmo, una sorta di risposta verace alle messinscene all black del maestro James Brown. L'ex soul brother, che cita la «Sex machine» del caposcuola con cui pure ha incrociato il sassofono nella prima parte della sua carriera, arringa la folla, la incita a seguire il concerto con il corpo, innanzitutto: «Guagliu' abballammo 'o messaggio e messaggiammo 'o groove», predica. Perché è dai «preachers» della black culture, dai maestri di cerimonie che arringano il pubblico per prepararlo al'epifania scenico-tribale, che ha sussunto la tecnica, adattata poi al dialetto, alle sue storie di ordinario degrado napoletano, al sogno di un internazionalismo non di facciata di cui canta.



«Mane e mane», «Salvammo ' o munno», «Tutte eguale song 'e criature», «Canta Palestina», «Chesta è l'Africa favurite (buon appetito)» sono rese con il supporto ritmico dei Bottari, una macchina ebbra del beat che dalle cadenze primigenie della pastallessa si muove verso la world music, il reggae, il social sound equo e solidale, attraversata dalla sezione dei fiati ed il puntello della Black Tarantella Band.

Il sacerdote post-folk Avitabile officia il suo rito/ritmo conquistando l'ennesima piazza, coinvolgendola, duettando con Jovine che ha aperto la serata dopo la sfilata di emergenti, sembra andare via dieci volte e dieci volte regala bis e tris e quatris sino alla sfinimento, suo e dei ragazzi sotto il palco.

«Soul express» è l'amarcord di un'altra stagione creativa, «Terra mia» l'omaggio all'amico di gioventù Pino Daniele, poi percuotendo tini e botti, soffiando nel suo sassofono, implorando per un alito di vento nella notte torrida c'è spazio anche per un saluto al «nipotino» Rocco Hunt e un ultimo elogio del groove: Cilento (in)cantautore.
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