Canottieri Napoli, Andrè:
«Inedita salvezza»

Christian Andrè
Christian Andrè
di Diego Scarpitti
Venerdì 8 Maggio 2020, 13:28
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«Piccoli primati». L’ultimo tecnico napoletano ad incrociare sul piano vasca il leggendario Ratko Rudic, quatto Olimpiadi vinte (e non solo) con tre diverse Nazionali: Jugoslavia, Italia e Croazia. Casoria, sabato 7 marzo 2020, Canottieri contro la super corazzata del Recco, l’ultima gara prima dell’interruzione del campionato, poi definitivamente sospeso. Lockdown e fine delle ostilità. Porterà nello scrigno dei ricordi anche questo Christian Andrè, tecnico giallorosso, che ha ottenuto l’inedita salvezza.
 
Traguardo. «Sono contento della permanenza in A1, ovviamente avrei preferito conquistarla sul campo», ammette sincero. «È stata un'esperienza incredibile. Tornare alla squadra del cuore, e soprattutto in veste di allenatore  della prima squadra, con il prestigio che ne consegue, è stato motivo di grande orgoglio e mi ha motivato moltissimo», spiega la bandiera giallorossa, giocatore e capitano della Canottieri Napoli dal 1990 al 2004.

Il ritorno. «Sono arrivato al Molosiglio in un momento molto particolare, di grande difficoltà e ovviamente non è stato semplice». Ricostruire e ripartire. «Sostituire Paolo Zizza dopo 18 anni, significa essere protagonista di un cambiamento epocale e, come spesso accade in situazioni del genere, ci sono anche grandi resistenze».
 
Bilancio. «Devo ringraziare il presidente Achille Ventura, il vicepresidente sportivo Marco Gallinoro e il vicepresidente amministrativo Ernesto Ardia per aver creduto in me ed avermi sostenuto nei momenti difficili, che non sono stati pochi», rivela Andrè, che ha tenuto sempre saldo il timone.
 
Gruppo fantastico. «Sono contento del lavoro che stavamo facendo insieme ai ragazzi, quando abbiamo avuto la possibilità di stare tranquilli ed allenarci come dovrebbe fare una squadra di A1». Sullo sfondo le criticità legate agli spazi acqua, solito punto debole della pallanuoto.  
 
Navigazione. «Abbiamo iniziato a fornire anche delle buone prestazioni, indipendentemente dai risultati. Ricordo a tutti che la Canottieri Napoli l'anno scorso si era salvata alla penultima giornata e di quella squadra sono andati via ben sei giocatori, autori dell'80% dei gol realizzati, e sostituiti con ragazzi che mai avevano giocato in A1, ma solo in A2 e B», precisa il vincitore delle Universiadi di Palermo nel 1997 e medaglia d’argento a quelle di Palma de Maiorca nel 1999.

Stagione ed equilibrio finanziario. «Abbiamo fatto esordire cinque under 17 in A1 e cominciato a gettare le basi per un ringiovanimento della rosa, al fine di rendere il costo della prima squadra più sostenibile dal punto di vista economico oltre che tecnico. Il lavoro da fare è ancora molto lungo, ma non ci tireremo indietro», assicura fiducioso.

Prospettive. «Ancora prematuro parlare di futuro, perchè esiste ancora un'esigenza prioritaria legata alla sicurezza personale e poi alla possibilità di riapertura degli impianti, che in questo momento è molto complicata, quasi insostenibile».

Tutto in alto mare. Fase 2 mai partita realmente: semplice illusione. E poi linee guida per le piscine da rispettare, protocolli sanitari da attuare, impianti da adeguare. Con un aumento considerevole di costi a fronte di budget limitati. «Una volta risolto questi aspetti, potremo iniziare a programmare con la società il futuro e cercare anche di provare ad evitare che i giocatori stiano fermi sei mesi. Sarebbe davvero complicato, poi, riprendere», conclude Andrè.

In che condizioni ipotizzare la prossima regular season? Al momento non è dato sapere. Alle formule più fantasiose i giocatori, i tecnici e gli addetti ai lavori chiedono chiarezza e concretezza.
 
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