Coronavirus e pallanuoto, Ciardi:
​«Volata verso la serie A1 interrotta»

Emanuele Ciardi
Emanuele Ciardi
di Diego Scarpitti
Venerdì 17 Aprile 2020, 20:04
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Da sabato 22 febbraio non entra in acqua. La piscina è già un lontano ricordo. Alle prime avvisaglie del Coronavirus a Milano, Emanuele Ciardi ha deciso prontamente di fare la valigia e tornare a casa. Campionato sospeso e interrotto sul più bello.
 
«Lasciare la regular season in vetta, dopo tanti sforzi e diversi sacrifici, provoca amarezza, considerate le ambizioni di noi giocatori e le aspirazioni societarie», ammette il pallanuotista napoletano, vent’anni ancora da compiere. San Donato Metanopoli Sport capolista del girone Nord in A2: 30 punti conquistati e altre 12 gare in calendario da disputare, almeno in teoria. Si attende, però, la decisione della Fin il 3 maggio, che decreterà, molto probabilmente, l’epilogo della stagione sportiva.  
 
«Sono tornato da Milano alle primissime manifestazioni del Covid-19, da quando in Lombardia chiusero le università e sospesero le partite. La situazione al Nord è poi peggiorata», racconta il centroboa di Bagnoli. Sei gol a referto per la calottina numero 2, al servizio dei piani tattici dell'allenatore Francesco Mammarella. «Mi adatto alle esigenze di gioco», riferisce il giovane centroboa ex Acquachiara.
 
«Difficile una possibile ripresa del campionato o proseguire in estate. Come tutti, la voglia di giocare è alle stelle, soprattutto in questo periodo di astinenza. Bisogna anche rendersi conto della fragilità del momento storico in cui ci troviamo sia dal punto di vista economico, sociale che sanitario».
 
«Comprensibili le riflessioni dei pallanuotisti che vivono di solo sport: salute e  interessi di pari passo. Giuste le iniziative dei numerosi  professionisti, non tanto sulla ripresa del campionato quanto sulla loro tutela», osserva Ciardi. «Una volta trovata la modalità di sostentamento per gli atleti,  il campionato può essere annullato, con sommo dispiacere, in modo da preservare la salute di tutti gli atleti e arginare il più possibile il Coronavirus», dichiara Ciardi (nella foto di Enrico Casiraghi).

Trascorsi biancazzurri. «Ho giocato nell'Acquachiara a partire dal 2009: sono stati i miei unici colori fino allo scorso anno. L'Acquachiara è una famiglia ed un pezzo di me resterà sempre in quel club, dove ho trascorso ore, giorni e anni di fatica, i più belli della mia vita accanto ai miei ex compagni, che tuttora sono i miei più grandi amici».

A secco. «Mi sto allenando a casa con costanza, sperimentando varie tipologie. Continuo a studiare con le lezioni online: si approssima la sessione di esami a maggio», afferma lo studente al primo anno di Osteopatia all’Icom di Milano.
 
Penisola clorata. «Notevole la differenza pallanuotistica rispetto alla Campania. La Lombardia, esclusa Brescia, non vanta una grande tradizione in merito. Ho riscontrato una grande voglia di fare e di imparare. I ragazzini guardavano con interesse e curiosità la nostra cavalcata verso l’A1: la Metanopoli sarebbe stata la prima squadra milanese nella massima serie da decenni  e sicuramente sarebbe stata una fonte di ispirazione per le giovani generazioni meneghine», conclude la sua analisi Ciardi.
 
Bel tempo si spera. Tornerà a splendere il sole a Napoli e all’ombra della Madonnina.
 
 
 
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