La leggenda è lui. Un'infinita serie di titoli da pallanuotista con la Nazionale (recordman di presenze: 482) e il Posillipo, un meritatissimo posto nella Hall of Fame internazionale, ora il bronzo mondiale con il Setterosa che guida da poco più di due anni. Carlo Silipo prese il posto in panchina di un altro napoletano, Paolo Zizza, quando sfumò la qualificazione ai Giochi di Tokyo. Due bronzi in due anni, prima agli Europei 2022 e ieri al Mondiale, con la vittoria sull'Australia. Ma il 51enne Silipo, che da tempo ha avviato alla pallanuoto il figlio Tommaso, non è tipo da festeggiare oltre il necessario. «C'è la qualificazione per i Giochi di Parigi ancora da conquistare. Il passi era assicurato per prima e seconda classificata ai Mondiali di Fukuoka», spiega dopo aver fatto i complimenti alle azzurre. «Sono state grandi queste ragazze».
Il rimpianto per non aver conquistato la finale c'è ma resta l'orgoglio di aver conquistato il bronzo e di aver eliminato nei quarti gli Stati Uniti, la nazionale più forte anche perché la meglio addestrata, con una preparazione di stampo militare.
Silipo è cresciuto nella Canottieri Napoli, dove ha vinto lo scudetto nel 90, poi è stato tra le stelle del Posillipo che dominò anche in Europa. Nel Posillipo era rientrato da direttore tecnico, avviando il rilancio della squadra. Soffre maledettamente la pallanuoto napoletana, con un solo club in serie A1, appunto il Posillipo. «Il circolo e la Nazionale rappresentano la mia vita, sono le due mie case. Il Posillipo si è affidato a un grande condottiero come Pino Porzio. La strada è lunga ma con professionalità e competenza è possibile tornare a certi livelli. Quello che auguro di fare anche alla Canottieri. Le squadre di Napoli hanno scritto la storia a livello nazionale e internazionale, non dimentichiamolo». Intanto, sul podio è tornato Carlo, il re delle piscine.