ALBUFEIRA Il Portogallo può attendere. José Mourinho è e continuerà ad essere il tecnico della Roma. Almeno sino a giugno. Non c'è margine per il doppio incarico, ma nemmeno per una rescissione unilaterale immediata. Poi a fine stagione, tutto può accadere. Ma sarebbe potuto accadere anche senza l'addio di Fernando Santos sulla panchina della nazionale portoghese e il pressing (per ora perlopiù mediatico) della Federazione lusitana. Senza dimenticare che non è la prima volta che la Fpf offre la panchina allo Special.
Le proposte già rifiutate
Già in passato, il tecnico aveva però declinato la proposta asserendo come non fosse pronto ad allenare una volta ogni tre mesi e ad andare in giro per gli stadi a visionare calciatori: «Ho bisogno del campo, della quotidianità». Il problema si ripresenta. Non è tanto una scelta tra la Roma e il Portogallo quanto tra la vita da tecnico e quella di selezionatore. Senza contare l'ingaggio che Mou si porta dietro (8 milioni), poco sostenibile per una federazione, al di là delle sponsorizzazioni. Si sgonfia così la suggestione di vedere lo Special sulla panchina portoghese. Poi, se il presidente Fernando Soares Gomes da Silva avrà la forza di aspettare giugno, convincere José a cambiare il suo modus operandi e salutare la Roma con un anno di anticipo, più trovare i fondi per sostenere il suo ingaggio, questa è un'altra storia. Ma come potrà accadere per il Portogallo, a quel punto l'insidia potrebbe essere rappresentata da qualsiasi altro club europeo di prestigio.
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