Napoli-Cagliari, se Pavoletti diventa l'uomo del destino

Addio zona Cesarini, oggi c'è la zona Pavoletti

Leonardo Pavoletti
Leonardo Pavoletti
Aldo Balestradi Aldo Balestra
Venerdì 15 Dicembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 16 Dicembre, 07:20
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In serie A, racconta qualcuno, ora gli avversari guardano la panchina del Cagliari quando sta per scoccare il 90’. Se vedono il Pavo svestire la tuta per entrare in campo, qualche brivido corre lungo la schiena e qualche contromisura va certamente presa. Perché se sir Claudio Ranieri, ormai giudicato dai critici un mago dei cambi, manda in campo Leonardo Pavoletti negli ultimi minuti di gara i suoi buon motivi li ha: vuol riequilibrare o vincere una partita del suo Cagliari, certo della possibile zampata del barbuto guerriero livornese.

Insomma, anche il Napoli è avvisato, per domani al Maradona. Se vuol vincere senza patemi d'animo, meglio avere un pingue vantaggio sul Cagliari, nei minuti finali, per evitare che Pavoletti magari entri e segni nella “sua” zona, quella che è ormai ribattezzata la zona Pavoletti. Addio zona Cesarini, mezzala della Juve di quasi un secolo fa; la frequenza con la quale l'ormai 35enne giocatore del Cagliari segna nei minuti finali e di recupero è davvero inquietante in quest'ultimo anno.

E finisce nelle statistiche. 

Ora si dice che Pavoletti punti al primato di Ciro Immobile, che con 14 gol guida la classifica dei maggiori marcatori di serie A nei minuti di recupero, a partire dal campionato 2004-2005. Il Pavo è quarto in questa curiosa graduatoria, con 8 gol, dietro il bomber della Lazio e poi Pazzini e Dybala (11), Amauri (9). Ma chissà se è davvero così. Chissà se questo non più giovane-ma-sempre-giovane che infiamma una Sardegna intera, che genera appellativi (il Pavo) e aggettivi (Pavoloso) sulla stampa specializzata e i social, ci stia pensando per davvero. Intanto sembra divertirsi un mondo, nella parte: «È che io ho i piedi storti, poi quando entro nel finale mi trasformo in Van Basten», ha detto lunedì sera dopo l'ultima impresa.

Se la ride, Pavoletti, e nel frattempo si coccola il suo Giorgino, nato cinque anni fa dall'unione con Elisa Aliotta, la compagna che si commuove quando Leo entra in campo, segna e fa gol decisivi. Accadde così nello spareggio per la serie A dello scorso campionato, finalissima contro il Bari. Al San Nicola pugliesi ormai certi della promozione (1-1 all'andata a Cagliari, 0-0 in quel momento), entra Pavoletti all'89’ e, sotto il diluvio, segna il gol-promozione al 94’, gelando lo stadio barese.

È un minuto che deve piacere assai, il 94’, a Pavoletti (vuoi vedere che lo cambia al posto del mitico 30 sulla maglia?): in questo campionato è lo stesso minuto nel quale ha segnato il primo dei due gol nella mitica rimonta contro il Frosinone alla Domus Arena (da 0-3 a 4-3, il gol decisivo al 96’).

Ora Pavoletti, insieme all'altro guerriero Lapadula, è indiscussa bandiera del Cagliari (di cui spesso è anche capitano dal momento in cui entra in campo) e lo scherzetto da ex di tanti anni fa lo ha fatto anche ai vecchi compagni del Sassuolo, nel posticipo di lunedì scorso. Rossoblù sotto di 1-0, sir Claudio butta in mischia il suo 30, sbilancia la squadra in avanti e il Pavo che fa? Prima il pari di Lapadula al 94’ poi, al 99’, Leo si esibisce nella rovesciata della vittoria, che piega il Sassuolo e manda persino all'ospedale un tifoso sardo, colto da malore.

Il passato? Quanti episodi simili, quanti gol in zona Pavoletti, chiedete info al Benevento: due partite contro il Cagliari, il Leo un incubo nella sua zona per le Streghe.

Ah, Pavoletti pavoloso. E che medita, per domani al Maradona? Ranieri (anche lui ex azzurro), studia la gara. Pavoletti partirà dalla panchina, la gara per 90’ potrebbe nuocere a quei suoi legamenti un po' ballerini ed invece Leo è merce rara per tenacia. «Io me lo conservo come Altafini, per i momenti migliori - spiega sornione il tecnico rossoblu - Anche se mi ha guardato un po' male perché vorrebbe giocare di più. È un leader dello spogliatoio e un centravanti di riferimento importante per noi. Ho avuto diversi campioni e Pavoletti ci sta bene con questi, sa che lo uso col contagocce ma è per allungargli la carriera».

Il Pavo è prezioso assai, ben più dell'1,4 milioni di euro che guadagna in questa stagione di corsa verso la salvezza. Certo è uno che non molla mai. Dunque, attenti anche al Maradona, nello stadio in cui ha vestito la maglia azzurra del Napoli (costò 18 milioni di euro), nella città che - seppur per poco - l'ha incantato e dove subito conquistò il cuore dei tifosi. Gennaio-giugno 2017, 6 presenze in campionato, zero gol. Fu un'avara gestione Sarri, gli è stato osservato. «Ma no - ha già avuto modo di chiarire Pavoletti - con mister Sarri il rapporto era ottimo, giù battute tra due toscanacci. Ma io avanti avevo un fanta-Mertens (di cui è amico, ndr)». Poi il Cagliari lo volle, 10 milioni di euro e il Napoli non resistette oltre. Nell'isola è diventato un mito, anche Gigi Riva lo stima. Lui continua a segnare in zona Pavoletti, non si sottrae mai ad un selfie per strada, è l'idolo dei bambini, quando è libero dal calcio va in cucina da volontario per aiutare i poveri di Cagliari. E quando entra in campo nei minuti finali? Attenti tutti, attento Napoli. Quella è la zona sua, la zona del pavoloso. 

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