Juve Stabia, i segreti di un team di ferro tra cene, messaggi e allegria

Il gruppo unito anche fuori dal campo

Guido Pagliuca
Guido Pagliuca
di Gaetano D'Onofrio
Martedì 6 Febbraio 2024, 07:53 - Ultimo agg. 11:50
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Dal morso sul metro alla spensieratezza in campo, passando per i messaggi motivazionali nello spogliatoio e lo scappellotto scacciacrisi con tanto di cena per far quadrato intorno a Pagliuca, fino al puzzle da difendere. Sono il gruppo e la determinazione il vero segreto della cavalcata della Juve Stabia. Un leader, autentico Masaniello dentro e fuori lo spogliatoio, come Guido Pagliuca, che ha saputo plasmare in pochi mesi una squadra a sua immagine e somiglianza. Grinta e determinazione sul campo, la spensieratezza che chiede ai suoi ragazzi: prima di tutto divertirsi giocando a calcio. Poi il classico morso sul metro, la massima che ripete in ogni dove. Aggredire l'avversario, inseguirlo quando si perde palla, anche se ti chiami Candellone o Adorante e il primo compito è quello di far gol.

Una carica spesso trasmessa alla squadra con messaggi motivazionali che il tecnico ama affiggere nello spogliatoio. La capacità di gestione passa anche dagli elogi continui, fino all'invenzione di un capitano non titolare come Gerbo, che lascia in campo la fascia a Mignanelli, indossandola, forte di tre campionati vinti, durante la settimana. Un gruppo unito, che ama stare insieme anche al di fuori degli allenamenti. Tant'è che la vera svolta di questo 2024, dopo tre pari di fila, è stata la cena voluta dal presidente Langella dopo lo scappellotto rifilato da Pagliuca ad Erradi dopo il 2-2 col Monterosi. Sorrisi, serenità, che si sono poi tramutati sul campo nel successo di Potenza e nel poker al Cerignola che hanno restituito certezze alla squadra. Emblematico il post Potenza, quando, convocati solo i calciatori non impiegati per allenarsi, Pagliuca si è ritrovato al Menti tutta la rosa. Uno staff speciale, così l'allenatore definisce il suo: da Nazzareno Tarantino, protagonista in campo della storica cavalcata che nel 2011 riportò la Juve Stabia in B, a fare da trait d'union tra passato, presente e futuro, fino al preparatore dei portieri Amedeo Petrazzuolo, tra i pali dei gialloblù nel successo al Menti contro il Napoli di De Laurentiis per 3-1, al preparatore Raffaele La Penna, nello staff di Fabio Caserta nella promozione in B del 2018-2019. 

A fare da collante il diesse Matteo Lovisa.

A Castellammare era arrivato dopo l'esperienza al Pordenone, il fallimento del club di famiglia (il papà era il presidente), per la prima esperienza al Sud. Visto come un predestinato, ha saputo portare calciatori provenienti da altri gironi, funzionali al gioco di Pagliuca. In difesa la rinnovata coppia Bachini-Bellich, la meno battuta ai tempi della Lucchese, a centrocampo il duo Buglio-Leone, lo scorso anno al Siena, sempre con Pagliuca. 

Dopo il mercato di gennaio, con la perla di Adorante (quattro gol in due gare da titolare), la piazza chiede la conferma del dirigente. Lui ha già dato la disponibilità, un segnale al patron Langella chiamato, nei prossimi trenta giorni, quelli decisivi per la stagione, a gettare le basi per il futuro. Pagliuca è già stato confermato, bisognerà fare di tutto per trattenere Lovisa, su cui già ci sono i riflettori di club cadetti. Potrebbe essere il secondo tassello della nuova stagione, che tutti sognano sia quella del ritorno in B. 

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