Juve-Napoli, paradosso dei tifosi:
«In isolamento fiduciario si parte»

Juve-Napoli, paradosso dei tifosi: «In isolamento fiduciario si parte»
di Delia Paciello
Martedì 10 Novembre 2020, 23:05 - Ultimo agg. 23:25
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La Corte d’appello della Figc respinge il ricorso del Napoli e conferma il 3 a 0 a tavolino e il punto di penalizzazione per gli azzurri. Le persone comuni ne leggono il paradosso: «Quindi se l’Asl mi chiama e mi comunica che sono positivo, coloro che fino ad oggi sono stati a contatto con me se ne possono fregare dell’isolamento fiduciario e partire per Torino?»; «I calciatori sono esseri soprannaturali o siamo noi i fessi che dobbiamo seguire le regole dell’Asl?»; «Vedi? Questi che hanno i soldi possono violare la legge e fregarsene dell’Asl, noi no», e così via l’onda dei commenti social dei napoletani. Una sentenza che trova però giustificazione fra i negazionisti: «Se il virus esistesse il ricco mondo del calcio starebbe attento. E invece si può giocare anche se a contatto con positivi». Ovviamente anche i tifosi juventini riconoscono validità alla partita vinta a tavolino, specie dopo l’andazzo in stagione: «Il protocollo Figc è chiaro, se hai 13 giocatori e non parti perdi a tavolino». In discussione, secondo il popolo bianconero, pare essere anche il ruolo dell’Asl: «Se il protocollo dice che si può giocare l’Asl non può dire di non partire». Affermazioni tuttavia contrarie a quanto più volte specificato anche da Spadafora, ossia che in questo caso «la decisione dell’Asl è cassazione».

 

Dunque forse i nodi sono: 1) l’Asl ha comunicato davvero da subito ai contatti stretti dei calciatori positivi di dover stare in isolamento fiduciario?; 2) è vero che l’isolamento fiduciario non consente di partire? 3) coloro che si sono allenati insieme sono considerati contatti stretti?; 4) i calciatori sono soggetti alle regole imposte dall’Asl in merito alla limitazione dei contagi? Quattro domande alle quali il Napoli e gli esperti legali interpellati anche nelle varie trasmissioni sportive rispondono chiaramente sì. E allora davanti a questo ancora qualcuno si chiede: «Un protocollo di un ente privato, che può essere la Figc ma anche un regolamento di condominio, può sostituirsi alla legge?»

Eppure neanche la Corte presieduta da Sandulli ha accettato il ricorso del club di De Laurentiis. I motivi? Per molti non sono accettabili. «Il comportamento dei giorni antecedenti al match contro la Juventus risulta teso a precostituirsi un alibi per non giocare», sentenzia Sandulli. Quasi sulla stessa linea di chi insinua: «De Laurentiis ha chiesto aiuto all’Asl per non partire». E già su questa prima frase in molti si scatenano. «Ti pare che il Napoli nel miglior momento di forma voleva rimandare la gara e non giocare quando la Juve era nel peggior momento?»; «Ma se Agnelli sta ancora ringraziando l'Asl che li ha bloccati dopo che ha visto la gara con l’Atalanta!»; «Ste frasi in una sentenza sono gravissime: processo alle intenzioni, come se fosse meglio rischiare di perdere a tavolino pur di rimandare. Ma pure sti giudici sono sponsorizzati dalla Juve?», «La solita Italia corrotta, il potere Agnelli si fa sentire e persino i giudici si fanno corrompere», si legge per le piazze virtuali.

Ricostruendo i fatti, la Corte pone poi l’attenzione su due particolari. Il primo: l’annullamento del volo charter per Torino. Punto sul quale i tifosi hanno già pronta la risposta: «Anche col Bologna siamo partiti il giorno stesso, con la gara alle 18. Eppure siamo arrivati in tempo per giocare e abbiamo pure vinto». Poi il secondo: la disdetta del ciclo di tamponi per il gruppo squadra prenotato all’alba di domenica presso una struttura di Torino, da svolgere come da protocollo nel giorno stesso della partita. Il divieto di mettersi in viaggio – secondo la Corte - arrivato domenica 4 ottobre alle 14.13 con comunicazione dell’Asl Napoli 2, non può prefigurare la causa di forza maggiore in quanto «un soggetto che si sia posto nelle condizioni di non fare una cosa, non può poi invocare, a propria scusante, la sopravvenienza di una causa successiva».  E davanti a queste frasi in tanti riflettono: «Questo praticamente vuol dire che l’isolamento fiduciario consente di mettersi in viaggio oppure che la Corte nega che i giocatori siano stati messi in isolamento. O ancora la Corte non ha chiaro il significato dell’isolamento fiduciario».

Dubbi leciti, a rigor di logica. Ma nel calcio si conosce un solo tipo di rigore, quello che spesso viene assegnato a favore della Juve secondo i napoletani. «Normalmente sti punti ce li fanno perdere in campo con i soliti tiri dal dischetto per la Juve, ora hanno deciso di alternare un po’ con nuove modalità», punge il popolo di internet.

D’altronde accettare la richiesta del Napoli per la Figc vorrebbe dire anche mettere a rischio il normale svolgimento del campionato e gli introiti economici che ne derivano. Non accettarlo vuol dire però che il protocollo Figc ha maggior valore delle legge, tenendo conto dell’ultimo verbale Cts sul calcio che sottolinea che l’ultima parola resta all’Asl.

Questo anche alla luce del fatto che intanto le Asl hanno bloccato proprio in questi giorni le partenze per le nazionali in alcuni club, e la cosa non ha scatenato lo stesso clamore. Per non parlare delle falle dell’attuale protocollo in atto, verificate già in occasione di Napoli-Genoa che ha permesso la diffusione di contagi.

Il caso Juve-Napoli, dunque, non finisce qui. Il Napoli fa sapere che non si fermerà nel chiedere giustizia. E così in tanti aspettano e sperano ancora nella legge e nel calcio giocato sul campo.

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