Il 5-1 alla Juve ha ricordato ai tifosi più anziani quello del 1° settembre 1990 nella sfida per l'assegnazione della Supercoppa giocata al San Paolo. E' una situazione profondamente differente e non soltanto perché sono cambiati gli interpreti. Allora Napoli impazziva per Diego e Careca, oggi per Osimhen e Kvara. La differenza è anche altrove.
Quel 5-1 rappresentò la fine di un ciclo, della bella favola di Maradona, diventato ingestibile a causa della dipendenza dalla cocaina. Ci illudemmo, quando lo vedemmo alzare la Coppa al cielo, che fosse l'inizio di un'altra avvincente stagione. E invece il Napoli guidato da Bigon fallì tutti gli obiettivi, uno dopo l'altro. E alla fine di marzo del '91 vide il suo capitano volare a Buenos Aires per non tornare mai più: era stato raggiunto dalla squalifica per doping.
Il 1° settembre di quasi 32 anni fa il Napoli fu devastante. Doppiette di Silenzi, preso dal direttore generale Luciano Moggi dopo aver vinto il titolo di capocannoniere di serie B con la maglia della Reggiana, e di Careca; infine, la rete di Crippa.
La vittoria di quella Supercoppa fu l'oggetto dell'ultima polemica tra Maradona e il Napoli. A distanza di trent'anni dal successo - il primo settembre 2020 - Diego fece notare sui propri canali social che il club aveva dimenticato di celebrare l'evento. E il Napoli chiese scusa non soltanto a lui ma anche a tutti i giocatori che facevano parte di quel gruppo, tutti citati dal Capitano nel suo post su Twitter.
Questo 5-1 - dicevamo - è differente perché segna la consacrazione del Napoli di Spalletti proprio contro la squadra che ha vinto 9 scudetti consecutivi negli anni scorsi, prima che sulla scena tornassero le milanesi, conquistando un titolo a testa. E proprio contro il tecnico, Allegri, che ha vinto più tricolori (6) dopo il mitico Trapattoni, che ne può vantare uno in più. L'unica grande realtà del campionato, a 20 giornate dalla fine, è questa squadra che riscalda i cuori e fa rivivere i ricordi nel modo più bello: con le vittorie.