Fermi tutti. Parlo io. Parlo solo io. Luciano Spalletti non ci sta a vedere tutti quei volti delusi, il dispiacere dipinto sui volti degli azzurri primi in classifica, lo sconforto per la sconfitta subita con il Milan. La squadra deve solo restare serena. E ascoltarlo. Eccolo, quindi, tornare a essere lo sciamano dei giorni migliori: a me gli occhi, dice, mettendo la sua squadra a rapporto. Non ha senso questa depressione che improvvisa travolge il gruppo ed è questo che spiega Lucianone. Stavolta, pure Di Lorenzo il capitano resta in silenzio. È l'uomo che carica e motiva. Ma non ora: tocca a Spalletti, immediatamente riprendersi il Napoli smarrito per una sera. Dopo una notte praticamente senza chiudere occhio. A vedere e rivedere la gara con i rossoneri. E alla fine del colloquio, il gesto liberatorio: il lungo abbraccio della squadra. Si riparte. Il Milan è già un ricordo.
Non c'è l'incubo dello scorso aprile. La frenata di primavera che è costata lo scudetto è tornata anche domenica sera nei pensieri di Spalletti. Ma è tutto diverso, anche perché il vantaggio è talmente enorme che pure una serata così può essere perdonata. Spalletti va avanti. Deve andare avanti. È un martello: «Pensiamo ora alla gara di Lecce».
Il Milan è servito, forse, a capire che c'è da dosare meglio le energie dei suoi: Anguissa e Zielinski sono sembrati in affanno, Elmas è pronto per l'uso da tempo e forse c'è bisogno di dare fiducia a Ndombele. Juan Jesus anche, fresco di rinnovo, può far respirare uno tra Kim e Rrahmani e lì davanti Raspadori è pronto a tornare in campo dal primo minuto con un ritorno alla classica staffetta con Simeone. Insomma, venerdì ci saranno delle novità di formazione. Turnover? Sì, senza esagerazione, ma ci sarà. Con qualche titolarissimo che si fermerà per ricaricarsi.
Mondi separati. L'atmosfera di festa che c'è tra le strade della città e anche all'esterno del centro tecnico, dove anche ieri c'erano una ventina di tifosi ad attendere l'uscita dei (quasi) campioni d'Italia fa da contraltare alla bufera delle due curve. Tanti i bambini anche ieri ospiti del club a Castel Volturno. La squadra è rimasta stupita dalle scene viste dal campo. I calciatori ne hanno parlato tra di loro, increduli e stupiti già nel dopo Napoli-Milan. Luciano Spalletti, parlando a Radio Kiss Kiss, ha chiarito: «Noi dobbiamo essere bravi a fare quanto fatto per tutta la stagione, abbiamo l'obbligo di essere professionisti e badare al nostro lavoro. Quello che accade fuori non possiamo gestirlo. È chiaro che se siamo stati 33 anni senza portare a casa un obiettivo e ora possiamo farlo, ma al contempo ci si dà contro, questo ci penalizza un po', ma noi dobbiamo badare al nostro lavoro».