Arrigo Sacchi e la storiella dell'ambiente: Napoli sa come gestire il primato

Sacchi si rassereni: la piazza non sarà un handicap

Il Napoli fa festa dopo l'ennesima vittoria
Il Napoli fa festa dopo l'ennesima vittoria
Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Martedì 15 Novembre 2022, 19:55 - Ultimo agg. 16 Novembre, 10:40
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Quello dell'ambiente napoletano non abituato a vincere è un chiodo fisso per Arrigo Sacchi, che a distanza di oltre trent'anni ancora parla dello scudetto perso dal suo Milan nel '90, definendolo addirittura un furto, dopo il caso della moneta che colpì Alemao a Bergamo: non fu altro che applicato il regolamento all'epoca vigente. In un articolo scritto per la “Gazzetta dello Sport” l'ex allenatore e ct azzurro sottolinea nuovamente un elemento a proposito della capolista: «Il Napoli è il più forte, ha incantato in Italia e in Europa, però nel calcio non si deve mai dimenticare l'aspetto sociologico: l'ambiente non è abituato a vincere, quindi se vogliono raggiungere il grande traguardo dello scudetto hanno l'obbligo di superare anche questo handicap».

L'attesa di una piazza può essere più forte là dove le vittorie sono state di meno. Negli ultimi quarant'anni soltanto sette scudetti sono “sfuggiti” a Inter, Juve e Milan e sono stati queli di Napoli (2), Roma (2), Lazio, Sampdoria e Verona (1). Il problema non è stato l'ambiente o la mancanza di buoni strumenti, allenatori o calciatori che siano. È stata la forza di quei club, economica e politica, perché il Palazzo ha spesso guardato con favore verso i potenti del Nord. Aurelio De Laurentiis ha acquistato in questi anni tanti validi giocatori e ingaggiato addirittura tecnici che avevano conquistato la Champions League, Benitez e Ancelotti, o chi come Sarri ha poi vinto l'Europa League col Chelsea e lo scudetto con la Juve.

Certo, ha fatto errori ma quelli li commettono anche i club più vittoriosi. 

 

Immaginiamo che Sacchi da molto tempo non venga ad assistere a una partita del Napoli a Fuorigrotta. Sarebbe magari opportuno fare un salto per verificare da vicino cosa accade al Maradona e soprattutto dopo, con tifosi che tornano alla vita di tutti giorni con un sorriso ma senza ansie da scudetto. Ci sono altri 23 match da giocare, c'è la sosta che può produrre strani effetti in negativo e in positivo, insomma c'è un lungo e insidioso cammino da affrontare fino al 4 giugno. I tifosi lo sanno. Non fremono, si rallegrano piuttosto per avere la squadra che gioca il migliore calcio d'Europa. Napoli ha un ambiente sano. È probabilmente cambiata nell'approccio al calcio, magari anche perché scottata da quanto è accaduto quattro anni fa o nella scorsa primavera, quando le illusioni tricolori furono d'un colpo cancellate. Sacchi si rassereni: la piazza non sarà un handicap.

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