Scudetto Napoli, gli ultras della Salernitana: «Tifosi azzurri, qui non festeggiate»

La curva Sud Siberiano: «Niente bandiere ai balconi»

Gli ultras della Salernitana
Gli ultras della Salernitana
di Eugenio Marotta
Venerdì 24 Marzo 2023, 23:00 - Ultimo agg. 25 Marzo, 19:11
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Ognuno festeggi a casa sua. Questo il succo del messaggio che la torcida granata lancia a chi vive a Salerno e tifa Napoli. Un “invito” destinato a far discutere. Con la truppa di Luciano Spalletti che sta per raggiungere un traguardo importantissimo inseguito da 33 anni, a cui manca soltanto il crisma dell’ufficialità, è arrivata invece l’ufficialità degli ultras del cavalluccio marino che hanno voluto prendere le distanze da «lustrini di altri palcoscenici calcistici vicini o lontani».

La notizia stava serpeggiando da giorni sui social, complici anche alcune foto di bandiere azzurre che nei giorni scorsi erano comparse sui balconi della città, sventolando immediatamente anche e soprattutto su Facebook (c’è chi lo aveva fatto con orgoglio partenopeo e chi, invece, prendendone subito le distanze). Il tam-tam dei social ha fatto il resto. Ieri sera è arrivata la “risposta” con una forte presa di posizione da parte degli ultras della curva Sud Siberiano. La frangia più calda del tifo della Salernitana ha deciso di uscire allo scoperto e lo ha fatto senza mezzi termini con un comunicato netto postato sui propri profili web, facendo appello ad identità e tradizione di Salerno, chiedendo “rispetto”.

Il comunicato parte da lontano, così come da un passato - neanche chissà quanto remoto - in cui si è registrata prima una divisione, poi una divergenza fino ad arrivare ad una spaccatura tra le due tifoserie. Fino a scontri, tensioni e tafferugli durante i derby degli anni 2000. Una storia che affonda gran parte delle sue radici nella finale playoff per la B, disputata all’allora San Paolo a Napoli tra i granata di Delio Rossi e la Juve Stabia del compianto presidente Roberto Fiore: era il 1994 e la Salernitana brindò proprio nel capoluogo partenopeo al ritorno in cadetteria con un perentorio 3-0 ai danni dei gialloblù.

Allora Salerno “accusò” la torcida azzurra di essersi schierata con gli stabiesi. Da allora, i rapporti si rovinarono e raggiunsero il culmine con il Napoli in B e la Salernitana in A (1998-99). Quando le due squadre si ritrovarono in B si sfociò purtroppo anche negli scontri. La frattura non si è mai sanata, ma era sfumata complice la nuova differenza di categoria tra il Napoli (tornato stabilmente in A) e la Salernitana in B.

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Ma a Salerno c’era e c’è un caposaldo di tifoseria azzurra ed è proprio a questa che gli ultras si rivolgono, probabilmente anche perchè la prima data utile per la conquista aritmetica del terzo scudetto azzurro è proprio - ironia della sorte - il 29 aprile, giorno del derby al Maradona tra Napoli e Salernitana. Pur riconoscendo il grande merito agli azzurri di avere spezzato l’egemonia dei club del Nord, il messaggio degli ultras è eloquente e suona come un diktat. «Napoli sta per vivere il suo sogno, com’è giusto che sia, ma questo non ci appartiene. È inutile nascondere che in città ci sia un numero di tifosi “avversari” e questo messaggio è rivolto proprio a questi. Al raggiungimento di questo importante traguardo dovrà farla da padrona il rispetto nei confronti della città e di tutti i tifosi della Salernitana, ciò si dimostra riponendo eventuali sciarpe e bandiere azzurre nel cassetto e non certo sui balconi di Salerno. Ognuno festeggi a casa sua!!!». 

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