Mattinata da protagonista per Luciano Spalletti, l’allenatore del Napoli ha ricevuto il Premio Nazionale Enzo Bearzot, prestigioso riconoscimento - giunto alla XII edizione - organizzato dall'Unione Sportiva Acli con il patrocinio della Figc, nella splendida cornice della Sala dei Baroni nel Maschio Angioino, gioiello della città che la sua squadra sta facendo sognare. «Quando sono arrivato un po’ di difficoltà le ho trovate. I risultati non erano accettati dalla città. Siamo diventati un corpo unico. Ho deciso di vivere a Castel Volturno perché Napoli è così bella che non la puoi guardare. Ti vengono gli occhi azzurri. Anche i calciatori devono essere bravi. C’è il rischio di essere appagati. Pure se poi dopo ogni partita mi guardano e mi dicono: hai visto che non è così», le parole dell’allenatore toscano.
A decretare il vincitore del Premio Bearzot è stata una giuria presieduta dal presidente Figc Gabriele Gravina e dal massimo dirigente dell'Us Acli Damiano Lembo. A completare anche il caporeddattore dello sport Ansa, Piercarlo Presutti.
«La Champions va vissuta totalmente, non vediamo l’ora di confrontarci. Il tempo passa e il momento va colto. Certe partite non si portano dietro il passato, il vantaggio che abbiamo in campionato», ha continuato Spalletti che ha poi rivelato un retroscena su Khvicha Kvaratskhelia: «De Laurentiis aveva dubbi, diceva: sì, è bravo, ma il calcio russo è diverso… Ma ora i confini sono annullati.
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