Spalletti cittadino onorario di Napoli: «Questa è la mia seconda casa»

«Da questo momento qui sono un official scugnizzo»

L'abbraccio della città a Luciano Spalletti
L'abbraccio della città a Luciano Spalletti
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Venerdì 8 Dicembre 2023, 08:20 - Ultimo agg. 9 Dicembre, 08:54
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«Napoli, la mia seconda casa sei tu! Per sempre scugnizzo». Sì, gli piace assai sentirsi uno scugnizzo a Luciano Spalletti da Certaldo. Da ieri cittadino onorario di Napoli. «Che responsabilità che mi date. Ringrazio il sindaco e i consiglieri, Giuntoli, De Laurentiis, anche per essere qui a questa cerimonia, ringrazio la società e i giocatori, artefici della bellezza in giro per il mondo. Sono emozionatissimo, avevo una squadra fortissima, è stato detto che tutti potevano vincere. Questa onorificenza dimostra il legame umano con la gente di Napoli. Quando sono diventato allenatore del Napoli ho chiesto uno stadio che ci sostenesse sempre, dopo una media di 20-25 mila spettatori la media è cresciuta, lo stadio è sempre stato pieno. Napoli è casa mia. Io non merito tutto questo, nessun comune mortale può meritarlo, quindi grazie. Voglio mostrare il video fatto ai calciatori che ho mostrato a loro prima dell'ultima partita, non c'era bisogno di discorsi. Avevo detto che l'avrei tenuto per me, ma questa è l'occasione per mostrarlo a tutti». Mai nessuno in così poco tempo è riuscito ad avere questo riconoscimento: anche Maradona e Pesaola sono cittadini di Napoli, ma hanno aspettato anni per il conferimento. Il sindaco Gaetano Manfredi spiega le ragioni di questa decisione. «A Napoli essere cittadino, essere dirigente, essere sindaco, essere allenatore, anche il presidente è più difficile, perché ci sono tante pressioni, aspettative altissime. Però alla fine quando si vince a Napoli è una vittoria speciale, è la vittoria sul mondo». E aggiunge ancora. «Per questo motivo, la scelta di conferire la cittadinanza onoraria a Luciano Spalletti è una scelta vera, non è una scelta di forma ma di sostanza. A tutti noi fa piacere che Luciano Spalletti resti cittadino della città e sia testimone del fatto che essere napoletani, in Italia e nel mondo, è una cosa speciale». 

 

Spalletti, che emoziona prova adesso per questo conferimento?
«Lo scorso anno il mio maggior lavoro è stato quello di far capire dove eravamo e per chi lo facevamo questo tentativo di vincere il campionato.

Dopo essere riusciti a far comprendere alla squadra la grande opportunità che avevamo, è stato tutto più semplice. Ed è da questi concetti che abbiamo costruito quasi tutta la stagione».

Ora è napoletano davvero.
«Napoletano un pochettino lo ero di già, diventa facile andare a prendere in questa città metodi, ideologie, comportamenti. Da questo momento qui sono un official scugnizzo. Per ora non ho preso casa, in futuro vedremo, ci sto pensando. Coi napoletani ho un rapporto magico, ma l'ho avuto sempre, fin dal primo istante che sono venuto qui. Ringrazierò sempre i giocatori, se ho vengo premiato il merito è loro per quello che mi hanno messo a disposizione e per la fatica che hanno fatto per arrivare allo scudetto. Ho lavorato con una squadra fortissima e con uomini veri e sono convinto che questa squadra abbia altrettanto potenzialità per andare avanti».

Che Napoli vede adesso?
«La squadra è fortissima, come ha detto spesso De Laurentiis e come ho detto spesso io e come hanno fatto vedere lo scorso anno. A volte ci sta nel calcio di passare dei momenti belli o meno belli ma le potenzialità di questa squadra sono fuori discussione. E non è che cambiano così velocemente da un mese all'altro».

Andrà a trovarli Castel Volturno?
«Certo, anche perché ci sono giocatori importanti che io chiamo anche nella Nazionale. Andrò a vedere gli allenamenti e starò con loro: io punto a creare in Nazionale un gruppo simile a quello che c'era al Napoli e che ci ha portato a vincere il campionato».

Perché è andato via?
«È un discorso un po' più profondo che merita più tempo, è una cosa che è dispiaciuta anche a me, ma su tutto volevo anche preservare questa bellezza che avevo nel cuore senza rimetterla subito in discussione dato che è una cosa che nessuno può sentire se non la sente direttamente come l'ho sentita io».

De Laurentiis ha voluto prendere parte a questa cerimonia. Se lo aspettava?
«Sono contento che sia qui. Quello che è successo nella passata stagione è sotto gli occhi di tutti, è stato determinato dal lavoro di tutti. C'è stata una grande compattezza dove tutti sono allo stesso livello».

Vedrà stasera Juventus-Napoli?
«Certo, io vedo tutte le partite, c'è da prendere dei pezzi per riproporli con l'Italia coi nostri calciatori».

De Laurentiis dice che visto che ha accettato la cittadinanza, in nome dell'amore per Napoli, deve essere suo consulente.
«È come un film dell'orrore (ride a crepapelle, ndr), quando mangi i pop corn e pensi che sia l'ultima scena ma in realtà non finisce mai...». 

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