L'intelligenza artificiale è un pericolo? Il suo «papà» Sam Altman ha ammesso forti preoccupazioni sul vuoto di norme ancora esistente sugli usi dell’intelligenza artificiale, che rischia di dare esito a «scenari degni di una fiction». Il fondatore di ChatGPT ha parlato di un «vacuum» di norme a cui si deve rimediare il prima possibile. Sul modo per riuscirci, Altman ha ammesso che «l'unica soluzione sia procedere con la sperimentazione analizzando cosa potrebbe funzionare e cosa potrebbe danneggiare» l'umanità. Un compito di cui la responsabilità è – secondo il primo amministratore delegato di OpenAI – tutta nelle mani dei governi, che dovranno guidare il mondo nel «testare tutti i diversi processi regolamentari», collaborando con un obiettivo comune.
Nell'analisi che ha fatto durante il summit, Altman ha parlato di «rischi potenziali», a fronte di «vantaggi indiscutibili» di cui potrebbe godere l'intera collettività.
Sam Altman è uno dei nomi più conosciuti nel mondo digitali e delle nuove tecnologie. È diventato famoso per aver inventato Chat GPT, uno strumento che sfrutta l’intelligenza artificiale per realizzare contenuti accattivanti, altamente realistici e di qualità e in grado di stupire tutti gli utenti del web.
I suoi successi non si limitano a Chat GPT. Altman ha dedicato la sua vita alla programmazione e al digitale e fin da giovanissimo ha attirato l’attenzione per il suo talento innegabile. A soli 19 anni riesce a portare alla luce un progetto importante, che gli consente di ottenere ottimi guadagni e di avviare una carriera di tutto rispetto.
OpenAI è un vero e proprio laboratorio di ricerca incentrato sull’Intelligenza Artificiale. L’obiettivo è quello di sviluppare strumenti e tecnologie che possano essere sempre più utili per migliorare e semplificare la vita degli esseri umani.
Tra i primi progetti portati a termine da OpenAI c’è Dall.E, un algoritmo lanciato sul web nel 2021, che riesce a creare un’immagine da una semplice descrizione esclusivamente testuale. A renderlo noto ai più, però, è stato il lancio di Chat GPT, uno strumento che si è diffuso a macchia d’olio in soli due mesi e che è già stata vietata in alcune scuole per via delle sue potenzialità.