Asidep, dossier ad Airoma sul flop depurazione. I lavoratori: «Ora chiarezza»

La crisi: dalla carenza dei reagenti al mancato smaltimento dei fanghi

Asidep, dossier ad Airoma sul flop depurazione. I lavoratori: «Ora chiarezza»
di Michele De Leo
Giovedì 7 Settembre 2023, 09:01
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E’ pronto il dossier sulla vertenza dell’Asidep che i sindacati del comparto metalmeccanico consegneranno questa mattina in Procura. I sindacati sono pronti a chiedere il commissariamento dell’Asi e della sua partecipata specializzata nella depurazione “per gravi responsabilità, anche di carattere penale”. Nel dossier che verrà consegnato questa mattina presso gli uffici della Procura della Repubblica, i sindacati hanno puntato l’attenzione sulle inadempienze di carattere economico – finanziario: “i 56 dipendenti ricevono le spettanze con notevole ritardo e, ad oggi, sono creditori per circa 6mila euro a testa. Inoltre, la società non versa, da oltre due anni, i contributi previdenziali ed erariali”.

Il dossier pone l’accento anche una serie di inottemperanze dell’Asidep in merito alla regolare attività di depurazione industriale. Sindacati e lavoratori denunciano inadempienze importanti - come il mancato smaltimento dei fanghi e l’impossibilità di effettuare le analisi per la mancanza di reagenti - ma anche la mancata pulizia dei servizi igienici presso le sedi in cui operano gli addetti dell’Asidep.

Sulla vicenda potrebbe, dunque, essere aperta un’inchiesta sulla gestione del comparto della depurazione nel corso degli ultimi anni, sulle difficoltà finanziarie che hanno portato al fallimento del Cgs e l’Asidep – che ha rilevato proprio dal Cgs il fitto di ramo d’azienda della depurazione – ad un passo dal baratro. L’inchiesta potrebbe essere utile anche per fare chiarezza – a riguardo sono state numerose le sollecitazioni dei lavoratori del settore – sul mancato funzionamento a regime degli impianti di depurazione nonostante recenti lavori di ammodernamento tecnologico per oltre cinque milioni di euro.

Le difficoltà finanziarie nascono dalla decisione dei precedenti comitati direttivi dell’Asi – assunti con le presidenze di Giulio Belmonte, prima, e Vincenzo Sirignano, poi - di dimezzare la convenzione assicurata alla partecipata specializzata nella depurazione. A fronte di circa quattro milioni di euro che l’Asi fattura e incassa per le attività svolte dal Cgs, prima, e dall’Asidep, poi, versa nelle casse della società meno di 900mila euro, che sono insufficienti per il pagamento delle spettanze dei lavoratori, delle utenze e dei fornitori. L’impossibilità di effettuare le lavorazioni del percolato per conto terzi – a causa dello stato in cui versano gli impianti di depurazione – ha fatto il resto. Ogni mese, la società impegnata nella depurazione ha accumulato debiti che, adesso, sono diventati insostenibili Peraltro, questo ha fatto emergere un vero e proprio paradosso: l’Asi, attraverso gli incassi per le attività svolte dalla propria partecipata, assicura pure il pagamento dei rappresentanti del Comitato direttivo e dei tredici dipendenti dell’ente.

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Ad oggi, i lavoratori del consorzio ricevono con una certa regolarità la corresponsione delle spettanze, mentre i colleghi dell’Asidep vengono pagati con notevole ritardo ed in più tranche, tanto che vantano un credito di circa 6mila euro, così come evidenziato dalle organizzazioni sindacali. Peraltro, non hanno ancora ricevuto il trattamento di fine rapporto per il periodo di lavoro con il Cgs, per il quale vantano pure il credito di alcune mensilità arretrate.  In vista della deadline fissata dai curatori fallimentari del Cgs per il prossimo 15 settembre, il presidente dell’Asi Pasquale Pisano incontrerà quest’oggi proprio i professionisti incaricati dal giudice per cercare una soluzione che eviti il dramma del licenziamento dei 56 addetti dell’Asidep. Il numero uno del consorzio potrebbe dare il via libera per l’assorbimento degli addetti. 

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